A un certo punto il film si spegne, perde ritmo e consistenza, fino a scivolare in un anonimo finale-non finale. Peccato, perché per quello che racconta e per come lo racconta, per un’ora, meriterebbe di puntare al titolo di filmone.
Cancro e chemio fanno capolino nella vita di una coppia anzianotta.
La durata è entusiasmante (meno di una partita di calcio), il tocco è lieve ma niente affatto superficiale, il regista non ha problemi a mostrare la trasformazione fisica della protagonista, il film è ansiogeno ma non punta alla lacrima facile. Eppure, come detto, il decollo fallisce. La storia sfuma e, in più, i protagonisti (Liam Neeson e Lesley Manville, mai sentita nominare) non sono il massimo.
Sconcertante l’inutile rivisitazione italiana del titolo: “Un amore come tanti” anziché “Amore ordinario” (Ordinary love).
Ordinary love – Un amore come tanti (2019) – di Lisa Barros D’Sa & Glenn Leyburn