Uno sforzo bisogna farlo: non scoppiare a ridere sentendo un bimbo di 5 anni che compone poesie parlando di amore, morte e terza guerra mondiale. Fatto lo sforzo (il tono della pellicola è serio), poco da ridire: il film si guarda alla grandissima.
Una maestra d’asilo si “invaghisce” di un bimbo-prodigio-poeta, al punto di farne una malattia personale. La trama è brutalizzata: la maestra trova nel bimbo ciò che le manca in casa, complice la famiglia del bimbo disgregata. Ok, ora l’abbiamo reso meno interessante, ma il film merita. A patto di non soffermarsi troppo sui concetti espressi in rima da un 5enne.
Bello il finale, bravi gli attori che interpretano la maestra e il bimbo, e immaginiamo pure la regista a tenerlo concentrato (che poi avranno rifatto le scene 800 volte, vai a saperlo).
Inaccettabile la versione italiano del titolo (Lontano da qui), che nulla ha a che spartire con l’originale (La maestra d’asilo).
Lontano da qui (The kindergarten teacher, 2018) – di Sara Colangelo