Film a caso in pillole: Non aprite quella porta – L’inizio

CatturaSe siete stanchi degli horror intellettuali in cui non muore e non sanguina nessuno, questo è il film che fa per voi. La trama è semplice pretesto: quattro ragazzi, più un altro paio di malcapitati, trovano il modo di farsi macellare dal maniaco armato di motosega e dalla sua famiglia di psicopatici. L’attesa non è lunga e non resta delusa.

Non ha la stessa eleganza visiva del capitolo precedente (“Non aprite quella porta” del 2003), ma fa il suo lavoro, senza fronzoli. Che poi questo sarebbe il prequel del precedente, anche se è uscito tre anni dopo, ma in fondo chissenefrega, non c’è niente da capire, non occorre l’attivazione cerebrale. Grazie al cielo.

Non aprite quella porta – L’inizio (The Texas chainsaw massacre: The beginning, 2006) – di Jonathan Liebesman

Film a caso in pillole: Un anno difficile

CatturaBruttino.

Due disperati si aggregano a un gruppo di attivisti ecologisti, un po’ per convenienza, un po’ perché uno dei due è innamorato di un’attivista.

Detto che si tratta di una commedia con un finale poetico insopportabile, sorgono spontanee un paio di domande: una vicenda del genere merita di essere raccontata in un film? No, certo che no. Ma soprattutto: ammesso che uno trovi interessante una storia del genere, potrà mai durare 110 minuti? No, certo che no.

Si ride pochino, solo una volta sul serio, quando la babbiona molesta uno dei due disperati, quello più bravino, parlando di attori (l’altro non lascia traccia); momento di sconforto la comparsa, nella colonna sonora, di quel capolavoro che è “The End” dei Doors. In un film del genere? Scherziamo?

Un anno difficile (Une année difficile, 2023) – di Olivier Nakache e Éric Toledano

Film a caso in pillole: Il libro delle soluzioni

CatturaCarino. Ma il primo pensiero, giunti ai titoli di coda, è che con un racconto del genere (e alcuni dialoghi “fulminanti” alla Woody Allen) a disposizione, questo film avrebbe potuto essere bello o bellissimo, non soltanto carino.

Giovane regista sufficientemente matto si ritira in campagna, con le sue paranoie e i suoi collaboratori più fidati, per concludere l’ultimo film.

Il protagonista è bravino, ma non bravissimo e con una faccia un po’ troppo pulita; le situazioni divertenti/improbabili non mancano e sono il bello della vicenda. Che ci sia del buono lo dimostra il fatto che alcune scenette tornano in mente dopo, a visione conclusa.

Lascia invece parecchio perplesso l’oggetto (un diario rinominato “Il libro delle soluzioni”) che dà il titolo al film, non necessario e solo a tratti tirato in ballo dal protagonista.

Il libro delle soluzioni (Le livre des solutions, 2023) – di Michel Gondry

Film a caso in pillole: Napoli milionaria!

CatturaSi potrà mai muovere anche solo un appunto a un film (per la tv) tratto dall’omonima commedia/dramma di sua maestà Eduardo De Filippo? Beh, sì. Tutto bello e fatto bene, eh, intendiamoci… ma non leggerissimo e piuttosto lento nella seconda parte (forse le due cose sono la stessa, in realtà). Tenuto conto che il film dura un’ora e tre quarti, una sforbiciata di una decina di minuti forse più che togliere avrebbe aggiunto, al risultato finale.

Storia di miseria e di contrabbando ai tempi della seconda guerra mondiale, a Napoli. Nulla da ridire sui coniugi protagonisti, Massimiliano Gallo e Vanessa Scalera.

Napoli milionaria! (2023) – di Luca Miniero

Film a caso in pillole: Road House

CatturaCon un’ultima parte disastrosa, il film passa nel giudizio da carino/gradevole a irricevibile.

L’impronunciabile Jake Gyllenhaal (sempre sia lodato il copia/incolla del suo nome), fisicatissimo, è un ex lottatore di MMA che trova impiego in un locale turbolento, in realtà al centro di una speculazione edilizia o una roba del genere. Dovrà menare parecchia gente per risolvere tutto.

Premesso che non si capisce perché il tormentato Gyllenhaal, con un grave trauma nel passato sportivo, passi tutto il tempo a fare lo sguardo un po’ da piacione e un po’ da monaco serafico, il film è da esaltati ma fatto bene, si guarda. Ma come detto è l’ultima parte, caciarona e troppo lunga (il film dura due ore senza averne motivo), che lo rovina: gente che svolazza di qua e di là in mare, non solo per un’esplosione, resa dei conti con accoltellamento alla pancia…ignorato (nemmeno sanguina), poliziotto corrotto che copre l’eroe e non reclama i soldi (doppio perché?), eroe che lascia un mucchio di soldi a un commerciante del paesello (quanto pensi impiegheranno a scoprirlo e a menarlo?)…

Peccato, ripensando alla prima ora e mezzo.

Da segnalare la presenza di un lottatore vero di MMA, Conor McGregor, nella riuscita interpretazione di uno psicopatico antagonista dell’eroe.

Road House (2024) – di Doug Liman

Film a caso in pillole: The Equalizer 2 – Senza perdono

CatturaAlti e bassi, nell’ambito dell’intrattenimento violento senza pretese (è un complimento, sincero), in un film che offre il suo meglio nella parte centrale e potrebbe complessivamente durare un po’ meno.

Ex agente della CIA, ora tassinaro, risolve problemi per hobby, preferibilmente deformando e massacrando criminali; col suo comportamento si metterà nei guai coi cattivoni seri.

L’inizio è problematico, Denzel Washington (sempre bravissimo al pari del doppiatore Francesco Pannofino) col barbone posticcio fa morire dal ridere, non si resiste; lui spacca ossa e tu ridi guardando la barba. E’ un problema.

La resa dei conti finale coi cattivoni poi è troppo lunga, tanto l’esito è scontato.

Il resto è un film che si può tranquillamente guardare e che propone curiosamente la figura di questo Buono Assoluto vagamente (mica tanto vagamente) sadico nell’infliggere punizioni. Non si capisce perché solo una volta cronometri le sue prodezze e tutte le altre no, forse si tratta di un richiamo al primo film della serie, forse bisognerebbe chiedere a regista e/o montatore, ma non è importante.

The Equalizer 2 – Senza perdono (The Equalizer 2, 2018) – di Antoine Fuqua

Film a caso in pillole: Back on the strip

CatturaNon necessario e sufficientemente fastidioso.

Solita commedia sboccata all’americana, che nel caso specifico non ha ragione d’esistere, visto che esistono già Full Monty e Magic Mike.

Giovane aspirante mago parte alla conquista di Las Vegas, dove invece si ritrova a fare lo spogliarellista. Il tutto mentre la sua amata sta per sposare un altro.

Il 90% delle “battute” (virgolette d’obbligo) sono a sfondo sessuale, il protagonista è scarsino e bruttino, la durata (più di un’ora e tre quarti) indispone. Aggiungete che a un certo punto la tizia amata dal protagonista non lo riconosce mentre le si struscia contro, solo perché lui ha una maschera che gli copre gli occhi (nemmeno il volto). Dai tempi di Superman-Clark Kent non si vedeva una sciocchezza simile.

L’unica ancora di salvezza di un filmaccio simile potrebbe essere un finale sorprendente, tipo la tizia amata dal protagonista che si sposa davvero con un altro.

Sì, ciao.

Back on the strip (2023) – di Chris Spencer

Film a caso in pillole: L’effetto farfalla

CatturaIrricevibile.

Due ore di film con una trama inutilmente incasinata, diversi passaggi poco logici, e un protagonista che assomiglia un po’ a Robin Williams e un po’ ad Andrea Pucci. Attenzione poi a non confondere l’atmosfera cupa con la fotografia scura.

La trama, al netto delle complicazioni, sarebbe anche carina. E infatti l’inizio si può guardare: un ragazzino in fuga viene trovato con il passaporto di un uomo scomparso quattro anni prima e accusato di pedofilia.

Il problema è che l’impalcatura scricchiola paurosamente. Qualcosa può essere sia sfuggito a noi, ma le domande sono davvero tante: perché il ragazzino ricompare col passaporto del tizio? Ok, ha visto qualcosa di troppo, ma dove l’ha preso e perché? Perché cercano un cadavere in un laghetto di notte? Non possano aspettare la mattina dopo? Come fa la tizia in un minuto (cronometrato) a passare dal balcone, dove sta fumando una sigaretta, alla vasca da bagno con le vene tagliate, nel tempo che impiega la polizia a bussare ed entrare? O il montaggio non chiarisce che si tratta di due sequenze distinte? Possibile il responsabile di tutto il complotto nasconda il cadavere a un passo dalla sua proprietà? Possibile facciano così presto a smontare le accuse di pedofilia? Perché nessuno l’aveva fatto quattro anni prima? Tutti corrotti?

Ma soprattutto: perché il titolo originale è “L’effetto Marco” (il nome del ragazzino) e il titolo italiano è “L’effetto farfalla”?

L’effetto farfalla (Marco effekten, 2021) – di Martin Zandvliet

Film a caso in pillole: The miracle club

CatturaImproponibile.

Due vecchie, due meno vecchie e un bambino che non parla vanno in gita parrocchiale a Lourdes, con diverse motivazioni (ma volete che il bimbo, alla fine, non parli?); la trasferta si rivelerà occasione per sistemare vecchie ruggini e incomprensioni, tutte poco avvincenti, tra le due vecchie e una meno vecchia.

Dura meno di un’ora e mezzo che paiono almeno il triplo, tanto è snella la visione di un film che vorrebbe far sorridere e, immaginiamo, pure far riflettere e magari strappare addirittura una lacrimuccia, con qualche bella filosofeggiata spicciola in quel di Lourdes sul senso della vita e della fede.

Non si vede l’ora di arrivare ai titoli di coda.

The miracle club (2023) – di Thaddeus O’Sullivan

Film a caso in pillole: Sound of freedom – Il canto della libertà

CatturaQuando l’argomento è così delicato (rapimento bimbi a scopo sessuale), oltretutto basato su una storia vera, non è semplice tenerlo separato dal giudizio sul film. Ci proviamo: la vicenda non lascia certo indifferenti (bravissimi i bimbi-attori), ma il film non è un granché. Parte forte, con la prima operazione anti-pedofilia da una parte e il rapimento dei due fratellini dall’altra, ma perde ritmo e mordente con l’organizzazione e la realizzazione delle successive operazioni, che si concludono con una imbarazzante (per facilità) fuga nella foresta, di notte, tra criminali distratti o addormentati o senza mira.

Poi c’è il problema Jim Caviezel, che rimarrà per sempre il Gesù Cristo de “La passione” di Mel Gibson. Il biondo platinato della capigliatura tenta di distrarre lo spettatore, è una buona idea, ma non è facile continuare a guardare Gesù Cristo (anche se biondo) e rimanere concentrati sul film.

Sound of freedom – Il canto della libertà (2023) – di Alejandro Monteverde

Film a caso in pillole: Mostruosamente Villaggio

CatturaCosì così, forse per le aspettative troppo alte, forse per l’attesa, che rimane inappagata, di rivelazioni e dietro le quinte su Fantozzi (ma in effetti questi è un documentario su Paolo Villaggio, non sul suo personaggio cinematografico), forse per l’assenza totale di chicche su quel capolavoro che è “Fracchia la belva umana”.

Il quadro è comunque interessante, può essere che parte della mini delusione sia per la netta distinzione che emerge tra l’uomo e l’attore, perché alla fin fine vorresti che Ugo Fantozzi esistesse sul serio. Insomma, “Mostruosamente Villaggio” si guarda ma, per un motivo che non sapremmo definire di preciso, lascia in dote la sensazione di operazione non del tutto riuscita, perlomeno per chi è fan di Villaggio e non è digiuno di notizie e racconti su di lui.

Mostruosamente Villaggio (2024) – di Valeria Parisi

Film a caso in pillole: Lubo

Cattura160 minuti, impossibile non partire, purtroppo, da qui. Se preferite due ore e quaranta. Un crimine contro lo spettatore.

La storia è bella, il film è ben fatto, il protagonista è bravo e il regista ha uno sguardo non banale sul proprio personaggio principale, ma… 160 minuti? Davvero non si poteva tagliare? Noi ce l’abbiamo fatta a vederlo tutto, ma ovviamente solo a puntate.

Vigilia della seconda guerra mondiale. Con la scusa del richiamo alle armi, gli portano via i figli e gli ammazzano la moglie. Lui, un nomade, non esita a delinquere per tentare di ritrovare i figli.

Il protagonista è un antieroe, prima vittima di un crimine ma poi criminale a sua volta, eppure il regista lo tratta “bene” e il fatto che sia un film di denuncia (contro la pulizia etnica) c’entra solo in parte, c’è la volontà di mettere in crisi il giudizio dello spettatore con l’empatia (missione riuscita). Anche il binario narrativo è “strano”, la vicenda a un certo punto pare dimenticarsi della ricerca dei figli per concentrarsi sui nuovi affetti. Tutti elementi positivi, intendiamoci, assieme all’attore protagonista Franz Rogowski, la versione più giovane e tedesca di Joaquin Phoenix, costretto tra l’altro a recitare buona parte del film in italiano.

Lubo (2023) – di Giorgio Diritti

Film a caso in pillole: Ricky Stanicky – L’amico immaginario

CatturaGratuitamente volgarotto.

Tre amici da anni utilizzano la scusa di un amico inesistente per allontanarsi di tanto in tanto dalle famiglie e spassarsela per qualche giorno; quando l’incontro dell’amico inesistente con le famiglie non è più rimandabile, i tre decidono di ingaggiare un attore fuori di testa.

Qualche situazione divertente c’è, ma nel contesto di una comicità cafona che insiste sulle allusioni sessuali. Parlando di attori, malissimo i tre amici: due passano senza lasciare traccia, il terzo, il più conosciuto (Zac Efron), è sciolto come una statua di marmo, con l’espressione perennemente dispiaciuta (forse di essere in questo film?). A fare un figurone (si fa per dire) è l’attore fuori di testa, il wrestler John Cena, che al netto di diverse battute evitabilissime, sembra l’unico al suo posto e riesce a far sorridere coi suoi spettacolini da imitatore.

Poi c’è il problema della lunghezza: potrà mai durare un’ora e tre quarti una roba del genere?

Ricky Stanicky – L’amico immaginario (Ricky Stanicky, 2024) – di Peter Farrelly

Film a caso in pillole: La chimera

CatturaDifficilmente affrontabile.

Però come al solito non badate a noi, è un filmissimo che ha ricevuto premi e altri ne riceverà, alto, culturale, addirittura con richiami ai cori delle tragedie greche (giusto?).

Storia di un tombarolo con poteri soprannaturali, che “sente” i sepolcri (e già qui…), in un territorio in cui come ti muovi trovi una tomba etrusca non ancora scoperta (e di nuovo: già qui…). Il tombarolo magico, appena uscito di galera, deve vedersela con la sua banda e pure i tormenti d’amore.

Bravo l’introverso protagonista, solo a tratti interessante una vicenda che impiega un tot a farsi capire (almeno per chi non  ama leggere dettagliatamente la trama prima della visione) e oltretutto non dura poco, sfondando il muro due ore. Apprezzabili le incursioni nel poetico-soprannaturale. Certo è, però, che il pullulare di tombe non ancora scoperte e il rabdomante dei sepolcri non sono facili da digerire e da accettare.

La chimera (2023) – di Alice Rohrwacher

Film a caso in pillole: Non aprite quella porta

CatturaBene, anzi benissimo, perbacco.

Horror puro, senza fronzoli e sottotesti intellettualoidi: un gruppo di ragazzi, in viaggio in pulmino verso un concerto, raccoglie un’autostoppista in stato confusionale…e inizia il delirio. Sangue, uccisioni, mutilazioni, schifezze varie: non manca nulla. A tratti esaltante. Anche se a “incantare”, più che l’aspetto truculento, è l’atmosfera che si respira dal primo all’ultimo fotogramma, un mix di sudore, sporcizia e malattia mentale.

Solo un paio di appunti: il maniaco con la motosega si dimentica della ferita alla gamba e la tizia più resistente, nel finale, pare avere il dono del teletrasporto. Ma sono due nei, nel quadro generale (ematico) abbastanza perdonabili.

Più che un remake, una rivisitazione dell’omonimo cult del 1974. Invariato il titolo, indecente sia nella versione statunitense (Il massacro texano della motosega) che in quella italiana (Non aprite quella porta).

Non aprite quella porta (The Texas chainsaw massacre, 2003) – di Marcus Nispel

Film a caso in pillole: Un conto da regolare

CatturaForse non del tutto impresentabile, ma perlomeno fiacco.

Improponibili sono invece le facce che fa Nicolas Cage nel finale, con la scusa di un’insonnia invalidante, una patologia della quale peraltro solo ogni tanto ci si ricorda nel film. Non è l’unica stranezza a dire il vero; in tal senso possiamo annoverare anche una sparatoria davanti a un ospizio, senza alcun intervento/reazione da parte del personale (tutti scomparsi), un pacco di banconote a disposizione di Cage che pare non calare mai nonostante le ingenti spese, e i ripetuti riferimenti all’anzianità dello stesso Cage, che all’epoca di questo film aveva però “solo” 55 anni, oltretutto abbassati dal trucco.

La trama: esce di galera e va a cercare chi ce l’aveva spedito, per vendicarsi.

C’è una bella trovata, che arriva dopo un’ora e un quarto e che riguarda il figlio. Ma è troppo poco per consigliare la visione di questo film.

Un conto da regolare (A score to settle, 2019) – di Shawn Ku

Film a caso in pillole: The warrior – The iron claw

CatturaFilm non brutto ma non semplice da “accettare”, tali e tante sono le sfighe che capitano che si stenta a credere sia la vera storia (o quasi) di una famiglia di lottatori di wrestling. Fosse frutto della fantasia, scriveremmo di una sceneggiatura “esagerata”.

La famiglia (patriarcale) è talmente strana, nelle sue dinamiche e nei suoi equilibri instabili, da risultare interessante anche per chi non è interessato minimamente al mondo del wrestling. Qui però bisogna aprire una parentesi: la predeterminazione del risultato nello sport-intrattenimento viene spiegata senza vergogna quasi a inizio film. Benissimo. Possibile poi gli incontri vengano affrontati (da chi li combatte) e vissuti (dal padre-padrone) come non fossero predeterminati? E’ un corto circuito…

Incredibile la trasformazione muscolare del protagonista Zac Efron, un incrocio tra Hulk (nel fisico) e Antonio Conte (in faccia).

Al netto di tutto ciò, il film si può guardare (magari a puntate, visto che dura più di due ore), ha una sua epica sportivo-famigliare fatta bene.

The warrior – The iron claw (The iron claw, 2023) – di Sean Durkin  

Film a caso in pillole: L’appuntamento

CatturaNon troppo riuscito.

A un “convegno” per single si trovano di fronte ex cecchino (guerra Balcani) e donna colpita da una sua pallottola.

L’argomento è tosto, forte, ma inserito in un contesto grottesco (il “convegno” per single è piuttosto trash); che sia una scelta voluta o no, un contrasto cercato, poco importa, va comunque a discapito della storia e del tema trattato. Così come il ballo sfrenato della vittima o il giochino con le mani da bimbi nel finale, che sicuramente avranno il loro significato simbolico ma lasciano un po’ così. Un po’ molto così.

Trattasi comunque di cinema indipendente d’autore, quindi solo parzialmente accessibile. Bruttino forte il film da un punto di vista estestico, peggio ancora però il titolo italiano (L’appuntamento”). Titolo originale: L’uomo più felice del mondo.

L’appuntamento (Najsreḱniot čovek na svetot, 2022) – di  Teona Strugar Mitevska

Film a caso in pillole: La guerra dei nonni

CatturaChe si fa, ci accontentiamo? Massì, una tantum possiamo farlo, non è a una commedia come questa, famigliare (due nonni in conflitto per “conquistare” i tre nipotini), che si può chiedere politicamente scorretto o chissà che.

Il film si guarda, evita le parolacce e le cafonate, ogni tanto scivola un po’ troppo in basso (i nomi dei nonni, Tom e Gerri no, dai… Oppure la rianimazione dell’amica immaginaria no, dai…) e non riesce ad evitare qualche momento “filosofico” troppo serio, ma intrattiene e, a tratti, diverte.

Sempre più bravo Max Tortora con la sua comicità nevrotica, anche se a dettare tempi e battute è il veterano Vincenzo Salemme. E la prova che è proprio lui a trascinare il gruppo, è che riesce a far risaltare pure il medianaccio Herbert Ballerina.

La guerra dei nonni (2023) – di Gianluca Ansanelli  

Film a caso in pillole: The hill

CatturaTroppo lungo (due maledette ore) e senza regista e attori in grado di trasferire sullo schermo pathos.

Storia di un giovane invalido (patologia degenerativa) alle prese col sogno di diventare un giocatore professionista di baseball, col rischio, affrontando le selezioni decisive, di finire su una sedia a rotelle. Se non abbiamo capito male.

Il protagonista è trasparente, non lascia traccia, le scene sportive sono ordinarie, le vicende famigliari (il padre è un predicatore iper religioso) appesantiscono e rallentano la vicenda, il doppiatore del commentatore tv fa venire sonno. Insomma, per farla breve il film non “gira”.

Bruttino forte.

Nei panni del predicatore uno spaventosamente anziano Dennis Quaid, alla millesima presenza in un film statunitense a carattere sportivo.

The hill (2023) – di Jeff Celentano