E’ mai possibile dover guardare un film italiano utilizzando i sottotitoli per capire cosa dicono gli attori?
Facendo finta che il problema sia tutto nostro (urge in questo caso visita dall’otorino) o della nostra tv, va detto che “Ai confini del male” è un thriller italiano coraggioso, dal sapore e dalla colonna sonora internazionali, che una visione la merita tutta, nonostante la sigletta iniziale modello telefilm non prometta nulla di buono.
In realtà di buono c’è parecchio (molto bravo Edoardo Pesce, gli tiene testa Massimo Popolizio), di sostanza ce n’è anche troppa in questa sorta di Twin Peaks de noantri, tant’è vero che non mancano alcune forzature (una su tutte: se la cava così dopo aver ricevuto una fucilata?) e il secondo colpo di scena appare non necessario.
Ottima comunque l’idea di riepilogare quanto accaduto – tramite ricordi/flashback del protagonista -, alla vigilia dei due colpi di scena. Non è necessario prendere appunti durante la visione.
La trama: scompaiono tre ragazzi. Forse è tornato a colpire il mostro che, dieci anni prima, aveva seminato il panico in una tranquilla cittadina, che poi tanto tranquilla non si rivela essere.
Ai confini del male (2021) – Vincenzo Alfieri