Premesso che l’operazione è incomprensibile (che senso ha tirare in ballo Dylan Dog per poi trasfigurarlo rispetto al fumetto?),andiamo oltre e giudichiamo il film horror puro e semplice: impresentabile. Effetti speciali al risparmio, del secolo scorso, make up simili alle maschere di carnevale, in più una storia senza capo né coda, tra vampiri, lupi mannari e zombi.
Dylan Dog, che non è in Inghilterra ma negli Stati Uniti, suona il clarinetto ma solo una volta, non costruisce il galeone, non dice quasi mai “giuda ballerino”, va poco a donne, è troppo giovane e, soprattutto non ha un assistente che si chiama Groucho, beh insomma Dylan Dog che poi è solo un tizio vestito come lui, indaga su un caso che capiscono solo gli sceneggiatori. La cosa migliore se vogliamo è l’assistente zombi, perlomeno vagamente divertente.
Dylan Dog – Il film (Dylan Dog: dead of night, 2011) – di Kevin Munroe