Rocco Papaleo torna al paese natale, dove tutto era accaduto e dove tutto o quasi si compie, per ritrovare almeno una sua foto da giovane…e portarla a una fisioterapista un po’ naif, che per curare il mal di schiena (ed evidentemente non solo quello) ha bisogno di vedere un’immagine da giovane del paziente. Vabbé.
Però ribadiamo, bel film, elegante e delicato pur affrontando temi potenzialmente devastanti per lo spettatore. “Si spera che la gioventù passi in fretta per avere più tempo di rimpiangerla”. Vola alto ma non si schianta, filosofeggia ma con modestia, senza dare lezioni.
Ottima la durata contenuta, molto buona la trovata del “coinquilino”, che aiuta ad alzare il ritmo, non proprio il pezzo forte del Papaleo attore e regista; brava Giorgia, la cantante, qui anche fisioterapista; azzeccata poi qualche scena “leggera” come quella del passaggio di notte o del post concerto.
Troppo poetico il finale, bastava qualcosina in meno. Ma comunque da vedere.
Scordato (2023) – di Rocco Papaleo