Anzi, eccezion fatta per qualche bella uccisione e per qualche bel particolare truculento, inguardabile.
Durante un week end aziendale in luogo sperduto, un assassino si presenta per sterminare tutti (magari).
Il cast è così bello e bravo e simpatico che viene voglia di vederlo decimato nel giro di dieci minuti (massimo); l’assassino gira con una maschera piccola, leggera e maneggevole come una mongolfiera di piombo; quando la maschera prende fuoco l’assassino che fa, se la toglie? No, immerge la testa nell’acqua, con la maschera. E dei due tizi abbracciati che vengono pluritrafitti ne parliamo o facciamo finta di niente? Lui morto sul colpo, lei giusto un graffio.
D’accordo che ai sedicenti film horror non è richiesta la logica, ma insomma… Qui poi c’è anche il problema di una qualità complessiva scarsina. Ma scarsina forte.
Il convegno (The conference, 2023) – di Patrik Eklund