Senza parolacce, con lievità ed eleganza, pronunciando una sola frase in tutto il film, Maurizio Nichetti (sceneggiatore, regista, co-protagonista con tre brave attrici parlanti) riesce a far sorridere puntando sul surreale, dal sonno lungo 20 anni alla sigla martellante del cartone animato Gundam, dal balletto dei camerieri al pranzo di nozze all’immagine ribelle riflessa nello specchio, passando per il politicamente scorretto del bambino chiuso nella credenza.
Non un granché un finale che arriva inatteso, ma forse è giusto che sia così.
Non stiamo parlando di un capolavoro, ma di un film che restituisce significato al termine cult.
Ho fatto splash (1980) – di Maurizio Nichetti