Costretto ai servizi sociali per non finire in carcere, si ritrova a fare la cosa che più odia al mondo, ovvero occuparsi dei vecchi. Purtroppo nell’ospizio cambierà idea (purtroppo per lo spettatore). Tremendo il finale iper smielato.
Bravo lo sconosciuto protagonista. O forse no, in realtà non è tanto bravo, ma ha uno sguardo metà allucinato e metà malinconico che fa simpatia.
Il film si intitola “Casa di riposo” (versione originale), ma ovviamente i sempre fantasiosi titolisti italiani hanno dovuto reinterpretarlo, trasformandolo in “Il peggior lavoro della mia vita”.
Il peggior lavoro della mia vita (Maison de retraite, 2021) – di Thomas Gilou