Tecnicamente film d’animazione, con inserti filmati. Premiatissimo e candidatissimo a mille altri premi.
Quindi si potrà mai parlare male di un film del genere, che racconta la storia vera di un ragazzo alle prese con la fuga da un Afghanistan in guerra, viaggi della speranza con e senza famiglia, e scoperta della propria omosessualità? Beh sì, si può. Dura poco ma è di una lentezza esasperante, e la compassata voce fuori campo (perlomeno nella versione italiana) impedisce al film di prendere ritmo e affondare il colpo nelle scene più “forti”. Elegante e soporifero. Una faticaccia rimanere davanti allo schermo fino alla fine, ovviamente complice la maledetta (per noi) assenza di attori in carne e ossa.
Se premi ed elogi sono ai temi trattati ok, nulla da ridire. Se sono al film… beh, parliamone.
Flee (2021) – di Jonas Poher Rasmussen