Ah, quindi la scena iniziale in realtà non è la scena iniziale.
Ma lui come si chiama? Matté? Meité? Meté? Non potevano chiamarlo Mario? Ogni volta che qualcuno fa il suo nome scatta l’interrogativo: avrò capito bene? Meité?
La sorellastra perché parla male? E’ straniera? Quale è il ramo della famiglia straniero?
A proposito della famiglia, il padre è il padre padre, giusto? O era madre madre solo la madre che non c’è più?
Il film per fortuna è anche altro, ha bravi attori e – al netto delle questioni non facilmente comprensibili – anche una buona regia: storia di un giovine non troppo affidabile, del tormentato rapporto col padre e dello strano rapporto con la sorellastra sempre mezza nuda, cui vorrebbe darne a pacchi.
Sorprendentemente brava e malinconica Asia Argento in un ruolo secondario.
Gli sfiorati (2011) – di Matteo Rovere