Il fatto è che ogni tanto, di fronte a una faccia strana o un’espressione forzata, scatta subito il pensiero di assoluzione: beh, ok, è un musicista.
Il film è comunque sufficientemente delirante (ma troppo lungo) per rientrare a pieno titolo nell’intrattenimento puro. I Foo Fighters si ritrovano in una villa infestata a registrare il nuovo album, lo spunto iniziale è questo.
Non male la macelleria, il sangue non manca e le uccisioni sono creative (va detto che è un horror con venature da commedia), ma la cosa migliore è l’autoironia di fondo, con la band che si prende in giro, ad esempio per la mancanza di originalità di Dave Grohl in fase compositiva. Strepitosa la comparsata di Lionel Richie, che non gradisce una cover.
Studio 666 (2022) – di BJ McDonnell