“La sala professori” si fa seguire con grande interesse nella prima parte, grazie anche a una colonna sonora ripetitiva e vagamente angosciante (strumentale, archi); si può anche definirlo un bel film, non così tanto da giustificare premi e nomination all’Oscar ricevuti, ma comunque un bel film, con una protagonista centrata (Leonie Benesch chi?). Ma è tutta la seconda parte che stanca e che pare “forzata”, sublimata poi da un finale-supercazzola.
In fondo si tratta di semplici furtarelli in un istituto scolastico; sì, d’accordo, purtroppo sono pretesto per parlare d’altro (libertà d’espressione, pregiudizi, privacy e bla bla bla), il film non è nemmeno lungo, ma tra reazioni non facilmente comprensibili e “sbroccate” varie si arriva a smarrirlo quel forte interesse della prima parte.
La sala professori (Das lehrerzimmer, 2023) – di Ilker Çatak
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