L’impianto, costruito come un giallo vecchia maniera, regge. Douglas non solo deve riuscire a convincere moglie e avvocati di essere aggredito e non aggressore, ma deve guardarsi dai giochi di potere all’interno della ditta per cui lavora.
Non necessaria e vagamente ridicola l’incursione nella realtà virtuale: il film dura più di due ore, senza quella parte avrebbe guadagnato anziché perdere.
Due note a margine sul cast: in forma smagliante Donald Sutherland, che grazie anche al doppiatore italiano si mette in tasca Douglas e Moore, due tra i sex symbol meno sex symbol della storia del cinema. Lasciando da parte il politicamente corretto: è normale avere due capoccioni grossi così ed essere considerati sexy?
Rivelazioni (Disclosure, 1994) – di Barry Levinson