Pesantuccio, soprattutto per via della lunghezza (un’ora e tre quarti), ma non brutto. Anche se, purtroppo, in quanto italico prodotto, ha quel problemino lì, comune a tanti altri (eh? Cosa hai detto? Puoi scandire meglio le parole?), che non sai mai se sia di dizione, audio o chissà quale altra diavoleria. E un problemino del genere, in un drammone, finisce per disturbare parecchio.
Un cavallo da domare è l’occasione per il riavvicinamento tra padre e figlio, che avevano condiviso a lungo la vita al ranch, prima di dividere le proprie strade.
Inutile far finta che il prefinale – scena in ospedale a forte impatto emotivo e voyeuristico – non alzi il giudizio complessivo; tradotto: senza quella scena probabilmente ne scriveremmo un pochino peggio.
Bravo il protagonista Kim Rossi Stuart (qui anche regista).
Brado (2022) – di Kim Rossi Stuart