Film a caso in pillole: La verità inventata

CatturaBruttino.

L’opportuna durata (un’ora e venti minuti) potrebbe farlo sembrare carino, allo stesso modo in cui il bianco e nero migliora qualsiasi film, ma non fatevi trarre in inganno: è bruttino. Anzi, ad essere precisi, è fatto male. La storia interessante, qui trattata con toni a metà fra il serio e il faceto, ci sarebbe: reporter sulla cresta dell’onda in realtà è un “pallonaro”, si inventa i servizi giornalistici.

L’attore che interpreta il cacciapalle è anonimo, in linea con una vicenda che saltella di qua e di là senza affondare il colpo (la difesa a oltranza dei capi meriterebbe un approfondimento, idem l’onere delle prove a carico di chi si accorge dei falsi), mortificata anche da una situazione generale difficile da “spacciare”: fin che ti inventi un reportage su un Paese del terzo mondo ok, ma quando ti inventi pari pari interviste, addirittura ai genitori di un famoso sportivo…dai su, non può mai stare in piedi una bugia del genere in epoca social.

Indecente il titolo italiano (La verità inventata), che cancella con un colpo di spugna il pertinente gergo giornalistico del titolo originale (Mille righe).

La verità inventata – A thousand lines (2022) – di Michael Herbig

Film a caso in pillole: Nuovo Olimpo

CatturaUn discreto mattone, che tra l’altro si porta appresso un interrogativo che disturba non poco la visione: com’è possibile che si smarriscano? Vada per la manifestazione in epoca pre social che li separa, vada per il fatto che si sono conosciuti da poco, ma sanno benissimo dove cercarsi, sanno cosa fanno e cosa studiano, e ovviamente sanno dove si trova la loro alcova. Per non parlare del fatto che uno diventa un regista famoso (ancora più rintracciabile) e l’altro diventa medico (idem). Si dirà che i due amanti sono passati oltre, benissimo, ma non era così all’epoca della manifestazione, si amavano e basta, senza se e senza ma.

Che poi scusate: quando si ritrovano, quanto ci mette il regista a riconoscere il medico, pur con tutto il tempo trascorso? Sente la voce, sa come si chiama… Dai su…

Storia d’amore, di separazione  e di nuovo incontro, diluita da anni che passano e vite che vanno avanti. Nulla di sconvolgente o di mai visto. Il protagonista ha la particolarità di innamorarsi di uomini che parlano male (eh? Cosa hai detto? Puoi ripetere e scandire meglio le parole?), un problema a dire il vero che riguarda diversi elementi del cast.

Magari i fan del regista apprezzeranno riferimenti che paiono autobiografici (non indaghiamo e non garantiamo); buon per loro.

Carino il finale.

Nuovo Olimpo (2023) – di Ferzan Özpetek

Archiviata la botta di megalomania

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Ieri sera su Mikroradio Web Radio, ospite della trasmissione Jungleland With Friends.
Una botta di megalomania di due ore – con tanto di discutibile scaletta musicale scelta dal sottoscritto -, per fortuna intervallata dalle chiacchiere da bar con lo speaker Luca Parmiggiani, che pubblicamente ringrazio.

Qui la puntata intera:
https://soundcloud.com/user-219917809/jungleland-alex-bartoli-28-novembre-2023?ref=facebook&p=a&c=0&si=790710871c904f289286f4aef4fca2ca&utm_source=facebook&utm_medium=post&utm_campaign=social_sharing

Film a caso in pillole: Passeggeri della notte

CatturaTocca ripescare la proposta di legge per impedire ai film di durare più di una partita di calcio, salvo comprovate necessità artistiche.

“Passeggeri nella notte” pensa di averle le comprovate necessità artistiche (buon per lui), lo si capisce dalla lentezza e dalla scarsità di accadimenti d’interesse (un paio di innamoramenti, una tipa che si droga), segnale di un sottotesto che non ci interessa minimamente portare in superficie. Noi alla meta (i titoli di coda) ci siamo arrivati storditi, stanchi come dopo una maratona, annebbiati dal fumo delle sigarette (ma quanto si fuma in questo film?), traditi più volte dalla sensazione che potesse accadere qualcosa di importante o sconvolgente.

Maledetto il cinema minimalista d’autore.

Passeggeri della notte (Les passagers de la nuit, 2022) – di Mikhaël Hers

Film a caso in pillole: Non è un lupo

CatturaImpresentabile.

Non è in discussione l’onore della armi, dovuto al coraggio di realizzare un film del genere (una variante di un’invasione zombie o aliena) a basso costo, casalingo, ma il risultato è buio e non sempre comprensibile (eh? Cosa hai detto? Puoi ripetere e scandire meglio le parole?). Ok, il buio aiuta a “proteggere” l’effetto speciale – il dignitosissimo dinosauro che si materializza nel giardino di casa –, a non inquadrarlo troppo, a tentare di mascherare il fatto che sia sempre quello, riproposto più volte, a spacciarlo per diversi esemplari.

Ma il vero, grande, insormontabile problema, è che in una vicenda dell’assurdo come questa dovresti versare ettolitri di sangue e far vedere smembramenti in primo piano, o al limite riempire lo schermo di centinaia, migliaia di dinosauri. Ovviamente il budget risicato non lo permette, di fatto stroncando sul nascere l’operazione, che purtroppo nella seconda parte alza il tiro, proponendo un viaggio metaforico tra bande, tipi strambi e paesi praticamente deserti (decimati da chi? Dall’unico dinosauro disponibile?).

Ottima la durata (80 minuti e spiccioli), bruttissimo il titolo, dignitosi come detto il dinosauro e pure alcuni componenti del cast.

Non è un lupo (2022) – di Nicolò Tagliabue

Film a caso in pillole: L’esorcista – Il credente

CatturaQuindi?

Ottocentesimo film – solo nell’ultima settimana – su una possessione demoniaca, nel caso specifico teoricamente nobilitato dalla diretta discendenza col capostipite, l’Esorcista (sì, proprio quell’Esorcista); in realtà non è necessario aver visto il capostipite, dato che si regge sulle sue gambe ed è uguale agli altri 799 film di genere usciti nell’ultima settimana. Prova ne sia che la parte più interessante di questo sedicente horror è la prima parte non horror, con la scomparsa delle due bimbe che poi riappariranno indemoniate.

Sul versante effetti speciali e vomitate diaboliche nulla di nuovo, tutto già visto. Tra l’altro si risparmia sul sangue, non ci si spaventa e si muore poco e male.

Quindi?

L’esorcista – Il credente (The exorcist: believer, 2023) – di David Gordon Green

Film a caso in pillole: Il gioco di Gerald

CatturaNon male, forse addirittura guardabile.

Un gioco erotico prende una piega imprevista e una tipa si ritrova sola, in una casa isolata, ammanettata al letto. Dovrà trovare il modo di liberarsi e di affrontare un trauma che emerge dal passato.

Ottima la scena da voltastomaco (tentativo di liberazione dalle manette), inspiegabile la porta lasciata aperta per permettere al cane randagio e non solo ad esso di entrare (stai per fare sesso selvaggio e lasci la porta spalancata? Seriamente?); non c’era altro modo, un po’ più creativo e meno improbabile?

Il gioco di Gerald (Gerald’s game, 2017) – di Mike Flanagan

Film a caso in pillole: Fermati qui

downloadInaffrontabile.

Un’ora e tre quarti di film con due soli attori, chiusi in casa a farsi le fusa, accompagnati da una colonna sonora soporifera.

Che tanto l’unica domanda è: quanto tempo impiegheranno prima di finire a letto insieme? Risposta: un’ora.

Lui si trova di passaggio a casa della sorella della fidanzata, scatta il lockdown causa Covid e deve rimanere lì. Non abbiamo capito perché si trovi lì di passaggio e perché non torni a casa sua quando scatta il coprifuoco, ma è un problema nostro che non siamo rimasti sufficientemente concentrati, nel film spiegano tutto, pare.

Lui ha il sorriso da piacione e l’occhietto sempre vispo, lei lo sguardo sognante e l’occhietto invitante; servirebbe ben altro per pensare di riuscire a trasmettere desiderio, passione e reggere il “drammone” finale (ed è meglio se sul tema recitazione ci fermiamo qui, come suggerisce il titolo).

Fermati qui (2022) – di Luca Solina

Film a caso in pillole: The boat

The boatImpresentabile.

Premesso che non si capisce per quale motivo un film italiano abbia un titolo straniero e che nemmeno si capisce se sia un problema di audio o di dizione, ma in parecchi momenti viene da pensare che il titolo non sia l’unica cosa straniera (eh? Come hai detto? Puoi alzare la voce, ripetere, e scandire meglio le parole?), “The boat” parte benino, forse addirittura bene, ma ben presto inizio ad imbarcare acqua, fino ad affondare.

L’inizio è promettente: tre coppie in gita marittima, dopo una serata di bagordi, scoprono di essere alla deriva, senza cibo, carburante e contatto radio. Il delirio però non tarda a impossessarsi dell’intera vicenda. C’è solo l’imbarazzo della scelta, a cominciare dalla fine, ovvero da una spiegazione a dir poco tirata per i capelli, passando per supereroi (a nuoto in mare aperto con le mani legate dietro la schiena), omicidi e suicidi un tantinello disinvolti e più in generale per situazioni inverosimili. Per non parlare della tipa fiocinata…che faccia fa? Aiuto…

The boat (2022) – di Alessio Liguori

Film a caso in pillole: Mafia Mamma

CatturaInguardabile.

Una tizia che a un certo punto dice di avere 40 anni ma ne dimostra molti ma molti di più (Toni Collette), in crisi matrimoniale, scopre che il defunto nonno era un capo clan mafioso, e che a lei spetta la successione malavitosa.

Il disastro è totale: Collette è tutto un recitare sopra le righe indisponente, tra smorfie, urletti e occhi sgranati da bimba al luna park, i comprimari e i doppiaggi sono quasi tutti impresentabili; per non dilungarci oltre sull’argomento recitazioni e doppiaggio vi basti sapere che Monica Bellucci, assistente della capoclan, non solo sembra brava, ma pure una professoressa di dizione. Quindi è chiaro che qualcosa di molto grosso non vada.

Ma non è tutto. Non mancano slogan pecorecci (“Mangia, Prega, ScoXa”), situazioni teoricamente comiche che intristiscono e un momento trash di grana finissima, rappresentato da Collette e Bellucci che discorrono amabilmente di flatulenze. Manco nei CinePanettoni…

Mafia Mamma (2023) – di Catherine Hardwicke

Film a caso in pillole: Lo sposo indeciso

CatturaAzzerando le aspettative si può affrontare e volendo pure scriverne benino. Ma due cose si fatica a perdonargli: il finale “alto” e il fastidio dello sposo che non riesce a smettere di urinare, con relativo rumore in sottofondo. D’accordo, è una commedia (finale a parte), ma dopo un po’ anche basta con la minzione infinita. Tanto per la spiegazione che verrà data, potevi farlo mangiare in continuazione o non farlo dormire per la settimana precedente, l’effetto sarebbe stato identico ma meno cafone (saltiamo a piedi pari il sottotesto, frega niente).

Un po’ pesantucci anche i personaggi della sposa e di suo padre, sempre a travisare il senso delle parole dal basso della loro ignoranza, ma sul versante della commedia c’è sicuramente del buono, dalla caduta della sposa alla perpetua, dal funerale che incalza alla serenata sulle note di Pupo. Torniamo al concetto precedente: il film si affronta nonostante per più di un’ora sia ambientato in bagno. Pensate se avesse fatto a meno dei servizi igienici.

Bravi gli attori principali, molto meno quelli di contorno.

Lo sposo indeciso (2023) – di Giorgio Amato

Film a caso in pillole: Unsane

CatturaSuperata la nausea per l’utilizzo del grandangolo (a quanto pare questo film è stato girato con un telefonino, non è una battuta), superata la diffidenza per una qualità delle immagini da ripresa col telefonino, appunto, volendo ci si potrebbe anche abbandonare alla visione, non fosse che a comprometterla spunta una considerazione: o la protagonista è paranoica, e allora tutto quel che capita possiamo accettarlo, o non è paranoica, e allora non sta in piedi niente.

Il film va avanti ma il mistero non sviene svelato, se non alla fine, quindi non è semplice ignorarlo. Perché se lei è vittima del trauma passato ok, è tutto nella sua mente quindi non è vero niente; ma se davvero lo stalker si materializza di nuovo, più che uno stalker è un mix tra James Bond e Leonardo Da Vinci, in grado di farsi assumere come infermiere e di disporre a piacimento di alcuni pazienti. Possibile?

Non è un brutto film, ma non è semplice dargli credito.

Unsane (2018) – di Steven Soderbergh

Film a caso in pillole: Pain Hustlers – Il business del dolore

CatturaGuardabile, forse pure guardabilissimo. Soprattutto, cosa rara, semplice da seguire e dotato di buon ritmo: ascesa e caduta di una venditrice di medicine e del gruppo che rappresenta.

In palla i tre attori principali: Emily Blunt, Chris Evans e un Andy Garcia (con occhialino tondo) insolitamente bravo. I tormenti etico-interiori vengono tenuti a bada, in libera uscita solo nel culmine retorico finale, quelli famigliari della protagonista (una figlia malata) idem, non prendono il sopravvento. Pain Hustlers non è una commedia ma le assomiglia, non affonda lo spettatore con “pipponi”, pur avendo le carte in regola per farlo, segno che la mossa vincente è il tono narrativo azzeccato.

Pain hustlers – Il business del dolore (Pain hustlers, 2023) – di David Yates

Film a caso in pillole: Skinamarink

CatturaInaffrontabile.

Preceduto da un titolo orribile e da lusinghieri giudizi sul web che vanno da “horror sperimentale” a “genialata del visionario regista”, da “viaggio onirico” a “horror più spaventoso di sempre”, a Skinamarink bastano pochi minuti per distruggere lo spettatore: brusio e tv sempre accesa in sottofondo, pellicola che “frigge”, buio, silenzi, le parole centellinate manco fossero diamanti, ma soprattutto telecamera interessata a inquadrare muri e spazi vuoti più che esseri umani, letteralmente ignorati o “tagliati”.

Insomma, più che di horror sperimentale si respira aria di supercazzola.

Che poi horror… Per definirlo horror bisognerebbe avesse qualcosa di simile a una trama, oltretutto spaventosa. Qui il massimo della tensione (si fa per dire) lo si raggiunge con una voce fuori campo che dice di fare cose o, dopo una quarantina di minuti, con un’inquadratura di spalle della madre dei due bimbi, che di notte vagano per casa da soli, e non si capisce perché non siano spaventati, almeno loro.

Per la cronaca dopo un’ora e un quarto, grazie a una telefonata al 911, si apprende della scomparsa di una porta. Così, per darvi l’idea.

Skinamarink (2022) – di Kyle Edward Ball

Film a caso in pillole: I vantaggi del tradimento

64976Inguardabile.

Una tizia scopre di essere stata tradita dal futuro marito e decide di farsi dare di zampogna da un giudice; tizia, marito mancato e giudice si troveranno a far parte di un caso di corruzione. Ok, la trama non è esattamente così, ma cambia nulla, in ogni caso lo scopo di questo film è mostrare qualche cesellata.

Siamo in un mondo in cui non esiste la bruttezza, tutte le donne sono sexy e tutti gli uomini hanno l’addominale scolpito e lo sguardo da piacione. L’atmosfera che si respira a ogni fotogramma è da fotoromanzo, “degnamente” supportata da un cast scarsino forte. Prego osservare l’espressione della tizia minacciata da una pistola, nel finale; in teoria dovrebbe essere il momento di massima tensione della vicenda, in pratica si ride alla grande. Ma sia chiaro che si tratta di un dettaglio, è il quadro generale a essere impresentabile.

I vantaggi del tradimento (O lado bom de ser traída, 2023) – di Diego Freitas

Film a caso in pillole: Come pecore in mezzo ai lupi

CatturaVai a capire perché nessuno parla di questo film, decisamente sopra l’italica media.

Poliziotta sotto copertura, infiltrata in una banda criminale…e stop, ci fermiamo qui per non rivelare uno snodo cruciale della trama.

Brava Isabella Ragonese, non sappiamo quanto adatta al ruolo, ma comunque brava; convincenti regia e resto praticamente sconosciuto del cast. In generale al film – che pare una produzione internazionale – riesce il non facile compito di “tenere in tiro” lo spettatore.

Osservandolo al microscopio forse qualcosina si potrebbe aggiustare sia a livello logico (dopo quello che succede la polizia si arrabbia con l’infiltrata? Non il contrario?) che logistico (la fuga dopo la rapina su due moto era programmata? Con cinque rapinatori?), ma stiamo ravanando nel torbido solo per tentare di razionalizzare il fatto che “Come pecore in mezzo ai lupi” l’abbiamo visto per caso (mai sentito nominare), rischiando di lasciarcelo sfuggire.

Come pecore in mezzo ai lupi (2023) – di Lyda Patitucci

Film a caso in pillole: The killer

CatturaBello, nonostante un inizio allarmante, per lo spettatore, composto in rapida sequenza da una mortificante sigletta da telefilm e da 15-20 minuti “nella testa” di un sicario annoiato, che aspetta il momento propizio per portare a termine l’incarico.

Poi per fortuna accade qualcosa che spiana la strada a un film cupo, teso, violento e soprattutto lineare. Quel che accede genera una reazione a catena che porta il protagonista dal punto A al punto B, secondo un piano ben preciso. Ed è un sollievo riuscire a godersi la vicenda senza dover avere in tasca una laurea in storia del cinema o una specializzazione in sottotesto metaforico-allegorico-gastroenterico.

Forse più affascinante il personaggio (protagonista) che non bravo l’attore che lo interpreta (Michael Fassbender), ma siamo ai dettagli non necessari.

The killer (2023) – di David Fincher

Film a caso in pillole: L’altra Zoey

CatturaInsopportabile commedia romantico-adolescenziale che, curiosamente, decide di tagliarsi le gambe da sola abbandonando l’unico motivo di minimo interesse (le teorie matematiche sull’amore della protagonista), per giocarsi tutto su un’equivoco generato da una botta in testa: un tipo perde momentaneamente la memoria e scambia la protagonista per la sua fidanzata (ma è smemorato o rimbambito?).

Beh, insomma, la protagonista ovviamente avrà modo di rivedere le sue teorie e… evviva evviva l’amore e ci vogliamo tanto bene e ci diamo tanti bacini.

Cast e regia sopportabili (ovviamente parametrati al genere), ma il film non ha nulla da dire. Però ad essere onesti bisognerebbe chiedere a un adolescente: ti piace un film del genere?

L’altra Zoey (The other Zoey, 2023) – di Sara Zandieh