Film a caso in pillole: Prey – La grande caccia

CatturaIl film, che ha il grandissimo pregio di durare poco (82 minuti), sotto il profilo dell’intrattenimento puro non è neanche malaccio, con un po’ di sforzo si può pure guardare. Il problema è che se lo intitoli “Preda” (lasciamo stare l’indecente versione italiana del titolo) e metti sul manifesto un leone incazzato, devi farmi vedere in primo piano belve feroci banchettare con gli esseri umani, altrimenti è come intitolare un film “L’esorcista” e non metterci dentro una possessione demoniaca.

Intendiamoci, a suo modo la soluzione è geniale (zero smembramenti = risparmio clamoroso sugli effetti speciali), ma la delusione è tanta.

Un piccolo aereo precipita in una dispersa riserva naturale africana. Risultato: tre sbranati lontano dalla telecamera e nemmeno una testa sgranocchiata o qualche metro di intestino da ammirare.

La storia e il regista preferiscono scandagliare l’animo umano e le sue bassezze, risalendo la corrente fino a un finale “alto” di riscatto, martirio e fede. Intento nobilissimo, per carità, machissenefrega?

Prey – La grande caccia (Prey, 2024) – di Mukunda Michael Dewil

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Film a caso in pillole: Dead shot-Vendetta disperata

CatturaAbbastanza guardabile.

Note positive: la durata, inferiore a quella di una partita di calcio; pochi fronzoli; le sfumature in tema di buoni (non assoluti) e cattivi (non assoluti).

Note negative: un ritmo altalenante (il film rallenta sul più bello); un prefinale orrendo (riscattato però almeno in parte da un finale “inevitabile”); la sensazione soprannaturale di occasione non del tutto sfruttata, visto la bella storia a disposizione.

Un militare per un tragico errore uccide la donna incinta di un attivista dell’IRA; inizia la personalissima caccia all’uomo per la vendetta, che decolla quando il militare scopre di essere nel mirino.

Buono il cast. Meno buona la versione del titolo italiana, che rielabora “Dead shot” in un fantasioso “Vendetta disperata”.

Dead shot-Vendetta disperata (Dead shot, 2023) – di Charles Guard e Thomas Guard

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Film a caso in pillole: Blood

CatturaInguardabile.

Una durata immensa (un’ora e quarantadue minuti) per un horror che evidentemente pensa di avere qualcosa di interessante o pauroso da raccontare. Non è così.

Un ragazzino morso da un cane indemoniato (contaminato da un albero maledetto; possiamo fermarci qui con le spiegazioni, vero? Grazie) diventa una specie di vampiro; non ha paura della luce o delle croci, non si trasforma in pipistrello, ma si nutre solo di sangue, meglio se umano.

Per quale motivo la madre – che è infermiera – non si affidi ai medici, tenendo inoltre presente che il ragazzino dopo l’aggressione subita è in un letto d’ospedale, non è dato sapersi. Preferisce riportarselo a casa e procurargli ovviamente di nascosto il necessario per la sopravvivenza.

Il giovine che sorseggia amabilmente e avidamente una sacca di plasma, armato di apposito tubicino, è una roba che non si può vedere.

In tema di cast, scarsino forte il ragazzino, mentre alla madre spetta l’onore delle armi per l’impegno, anche se il risultato è discutibile.

Blood (2022) – di Brad Anderson

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Film a caso in pillole: Sapori e dissapori

CatturaCome spesso accade la lunghezza (100 minuti) e l’ammmmmooooore rovinano il film. Intendiamoci, non che “No reservation” (ci rifiutiamo di chiamarlo con il ridicolo titolo italiano “Sapori e dissapori”) faccia gridare allo scandalo per l’occasione sprecata, ma la prima parte si può guardare, la seconda, quella in cui gli innamorati battibeccano, non si sopporta.

Chef misantropa prima si trova a doversi occupare della nipote, poi deve guardarsi le spalle da un vice chef bravo e interessato alle sue virtù (non solo gastronomiche).

Tra Catherine Zeta Jones, sempre truccatissima e rigidissima, e Aaron Eckart, che come attore può fare tutto tranne che lo chef e che gira con un casco semi integrale in testa spacciato da capigliatura, la migliore attrice è la nipote Abigail Breslin (chi?).

Sapori e dissapori (No Reservations, 2007) – di Scott Hicks

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Film a caso in pillole: Paradiso perduto

CatturaUn discreto mattone, lungo un’ora e tre quarti.

Lei è un essere spregevole, lo tratta male (ma lui, che non è sveglissimo, scodinzola come un cagnolino), gli lascia intendere chissà che ma alla fine si fa sempre gli affaracci suoi, e lo tortura a fuoco lento. Così dall’infanzia all’età abbondantemente adulta.

Lei è Gwyneth Paltrow, lui è Ethan Hawke, che quando interpreta se stesso da ragazzo gira con un inguardabile capanna di paglia in testa. Ma se non ci fossero di mezzo la bellezza dei due protagonisti (qui al top, il film è del 1998) e i nudi della Paltrow, scriveremmo ben peggio che “un discreto mattone”.

Ottima la traduzione del titolo. Titolo originale: Grandi speranze. Titolo italiano: Paradiso perduto.

Paradiso perduto (Great expectations, 1998) – di Alfonso Cuarón

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Film a caso in pillole: Travolti dal destino

CatturaFacciamo finta che non sia un remake e che “Travolti da un insolito destino eccetera eccetera”, il cult di Lina Wertmuller, non esista. Evitiamo qualsiasi confronto che sarebbe perso in partenza.

La domanda, per questo remake, è: che fretta ha? E badate bene, detto da noi, che siamo adepti della sintesi e amanti dei film brevi. Qui però il problema è che la conversione di Madonna (non ce l’eravamo preparata “La conversione di Madonna, giuriamo), da ricca snob a geisha, dispersa su un’isola col marinaio dai modi spicci Adriano Giannini (bravo, lei decisamente meno), avviene troppo rapidamente, facendo perdere spessore a tutta la storia.

Rispetto all’originale poi… ah no, niente, ci siamo ripromessi di non parlarne.

Morale: sono 83 minuti di film che volendo si possono guardare, ma buttati un po’ lì, a casaccio, giusto per vedere l’effetto che fa la coppia Madonna-Giannini.

Ah, comunque pur non conoscendo una sola parola di inglese ci pare improbabile che “Travolti dal destino” sia la traduzione del titolo originale “Swept away”.

Travolti dal destino (Swept away, 2002) di Guy Ritchie

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Film a caso in pillole: Basta che funzioni

CatturaBello.

Meglio la prima parte, cattiva e politicamente scorretta, che non la seconda da commedia romantica, con tanto di finale rassicurante, ma bel film. Che ha solo 15 anni, ma oggi non sarebbe più proponibile, per via delle offese che il burbero protagonista rivolge a bambini, ai quali insegna a giocare a scacchi, e a quella “subnormale” che diventerà la sua compagna.

Storia d’amore fra la strana coppia composta da un quasi genio anzianotto e una giovane bella e svampita.

L’inizio è folgorante, degno del miglior Woody Allen: prima il protagonista (Larry David chi?, bravissimo) demolisce millenni di teorie buoniste sull’umanità (“La nostra è una specie fallita”), quindi si rivolge direttamente alla telecamera e al pubblico, offendendolo pure. Poi per esigenze di copione, il film si dirige poco per volta e purtroppo verso l’ammooore inatteso e salvifico. Peccato.

Restano comunque diverse gradevoli filosofeggiate, parecchie battute e un ritmo che non viene mai meno.

“Non ho avuto l’amante, ma un interludio di infedeltà”.

Basta che funzioni (Whatever works, 2009) – di Woody Allen

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Film a caso in pillole: Un profilo per due

CatturaBruttino.

La cosa migliore è il (pre)finale, difficilmente pronosticabile anche se molto cinematografico (lei non avrà una soglia del perdono un tantinello alta?), ma per il resto non esiste alcun valido motivo per inserire questo film nella categoria di quelli “da vedere”.

Un vecchio rimorchia on line; giunto all’appuntamento, preferisce mandare avanti il giovane che lo ha aiutato a muoversi su internet. Il giovane ha perennemente l’aria scocciato-depressa, e non si capisce bene il perché, ma del resto sul cast è meglio non dilungarsi oltre.

Un profilo per due (Un profil pour deux, 2017) – di Stéphane Robelin

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Film a caso in pillole: Resurrected

CatturaImpresentabile.

Se maneggiato con cura, lo spunto, a rischio boiata, potrebbe in realtà essere oro per un horror. Ma “Resurrected”, film furbino e a basso costo con un protagonista dallo sguardo perennemente spiritato, preferisce lasciare buchi di sceneggiatura modello voragine, concentrandosi più sull’azione che sul naturale aspetto morboso. In più, è tutto girato con la tecnica delle videochiamate, con computer (una nota marca ringrazia sentitamente, si spera abbia contribuito al budget) e telefonino, una roba che scuote il sistema nervoso dello spettatore dalle fondamenta e propone scene ridicole come quella in cui il protagonista, inseguito dalla polizia, scappa continuando la videochiamata, reggendo il telefonino in mano di fronte a sé.

La Chiesa ha scoperto il modo di riportare in vita le persone, ma i risorti si rivelano violenti. O una roba del genere, c’è anche una congiura della Chiesa stessa o qualcosa di simile.

Come funziona la procedura della resurrezione? Top secret. Com’è morire? Non si sa, nessuno lo chiede esplicitamente a nessuno. Com’è la morte? Non si sa, nessuno lo chiede esplicitamente a nessuno. Com’è tornare in vita? Non si sa, nessuno lo chiede esplicitamente a nessuno. Perché i risorti sono in piena forma anche se morti di tumori o incidenti? Top secret.

Eh ma così è troppo facile…

Resurrected (2023) – di Egor Baranov

Film a caso in pillole: Il regno del pianeta delle scimmie

CatturaInsopportabile.

136 interminabili minuti di scimmie che parlano, fanno “uh uh ah ah”, si battono il petto e fanno le scimmie buone (quelle buone) e le scimmie cattive (quelle cattive). Che uno potrebbe obiettare: vabbé, ma se guardi un film della saga del Pianeta delle Scimmie mica puoi trovarci canguri con la cravatta o cinghiali in doppiopetto. Giusto. Il fatto è che, come avrete già intuito, stiamo parlando del nulla perché, anche volendo, non sapremmo di cos’altro parlare.

L’attenzione è andata a farsi benedire quasi subito, nulla ha catturato la nostra attenzione al punto da farci interessare alla vicenda raccontata. Abbiamo capito che, in questo mondo abitato da scimpanzé umanoidi e mini king kong, le scimmie sono intelligenti e gli esseri umani no (beh, anche nel mondo reale…); lo dicono dopo più di un’ora e mezzo, ma a dire il vero c’era scritto pure all’inizio, sullo schermo, quindi magari non serviva farci un film così lungo.

Improponibile.

Il regno del pianeta delle scimmie (Kingdom of the planet of the apes, 2024) – di Wes Ball

Film a caso in pillole: Divorzio in nero

CatturaQualche giorno fa abbiamo attribuito a “Space Cadet” la palma di peggior film visto nel 2024 (e forse non solo nel 2024). Rettifichiamo: “Divorzio in nero” è peggio.

Storia noiosa di un divorzio soporifero, che impiega più di 100 minuti a rendersi un minimo interessante (finalmente i fratelli criminali del tipo si ricordano di essere dei criminali). Il tutto in un mondo in cui i bianchi di pelle non esistono, a parte un avvocato  e uno sceriffo, evidentemente scampati per distrazione alle selezioni dell’ufficio casting, e trovano spazio situazioni da fantascienza tipo lui che manda in bianco lei; oppure lei, che appena prima di giacere, dice a lui le tre parole più belle al mondo: “sarà solo sesso”.

Il vero dramma, a parte le interpretazioni attoriali raggelanti (anche in piena estate) di buona parte del cast, è  la durata: 113 minuti. Un’enormità. Ci sarebbe pure da far notare la rapidità con cui viene messa da parte l’inevitabile vendetta finale (più o meno: “Ci vendicheremo”; “Non vi conviene”; “Ah, ok, ciao”) ma basta così per carità, abbiamo già parlato anche troppo di “Divorzio in nero”.

Divorzio in nero (Divorce in the black, 2024) – di Tyler Perry

Film a caso in pillole: Spinning man – Doppia colpa

CatturaSopportabile.

Sembra carino perché ci sono tre attori carismatici (Guy Pearce, Pierce Brosnan e Minnie Driver chi?) e una curiosa fotografia obitoriale, ma non lo è. Innanzitutto è privo di ritmo, in secondo luogo ha un finale inutilmente cervellotico, terzo ma non ultimo l’indagine è sì vagamente interessante, ma piatta, e non riserva particolari sorprese.

Una ragazza scompare, i sospetti cadono su un professore di scuola con l’hobby delle studentesse.

I maggiori dubbi riguardano il titolo: è più brutto quello originale (L’uomo che gira) o quello italiano (Doppia colpa)?

Spinning man – Doppia colpa (Spinning man, 2018) – di Simon Kaijser

Film a caso in pillole: Space cadet

CatturaInguardabile.

Uno dei peggiori film visti nel 2024, e probabilmente non solo nel 2024.

La barista con l’hobby delle invenzioni, con la complicità di un’amica, falsifica curriculum e referenze e accede al corso per astronauti della NASA.

Come no.

La barista fa decollare e atterrare un aereo militare, pur non avendo mai fatto una sola ora di volo in vita sua.

Come no.

La missione spaziale ha un problema e chi chiamano per risolverlo? La barista, dopo averla espulsa dalla scuola.

Come no.

Attenzione è una commedia, tutto potrebbe essere lecito o quasi, ma qui siamo oltre, molto oltre le comuni “licenze poetiche”. Aggiungete una devastante e immotivata durata (102 minuti), il messaggione finale (non arrenderti mai) e, soprattutto, le mossettine, le faccette e gli urlettini della barista e della sua amica, gradevoli come una colica alla vigilia di una  vacanza.

Space cadet (2024) – di Liz W. Garcia

Film a caso in pillole: The devil’s bath

CatturaPer qualche strano motivo, oseremmo dire soprannaturale, nonostante la lunghezza (114 minuti), la lentezza, il silenzio (un dialogo ogni mezz’ora) e uno svolgimento dei fatti non esattamente chiarissimo, non ce la sentiamo di archiviarlo con un “inaffrontabile”, che pure avrebbe le sue ragioni d’essere.

Detto che non lo riguarderemmo mai, “The devil’s bath” (AAA titolisti italiani cercasi) ha il suo fascino e una colonna sonora inquietante, che finisce per lasciare il segno. Proviamo a buttarlo lì, qualche motivo che ci impedisce di stroncare questo film discretamente arroccato su se stesso: della colonna sonora abbiamo già detto, aggiungiamo la fotografia e l’ambientazione boschiva nel 1700 (siamo nel 1700?), le facce giuste al posto giusto, l’atmosfera “malata” e “sporca”, e alcune “schifezze” da horror.

La trama, per quel che abbiamo capito: giovane donna, complice il matrimonio, inizia a dare di matto.

The devil’s bath (Des teufels bad, 2024) – di Severin Fiala, Veronika Franz

Film a caso in pillole: Incontri proibiti

CatturaSpiace, perché di mezzo c’è sua maestà Alberto Sordi, qui regista e protagonista, ma per rispetto verso tutti i film che abbiamo massacrato, dobbiamo dire la verità: “Incontri proibiti” è impresentabile.

Una giovane avvenente (Valeria Marini), con lo sguardo perennemente a metà fra l’adorante e l’allupato, è inspiegabilmente e morbosamente attratta da un vecchio (Alberto Sordi), il quale sospetta ci sia sotto qualcosa di losco.

Il film, che purtroppo si concentra più sullo strano rapporto tra la gerontofila e l’anziano, che non sui sospetti di adescamento con truffa, è stanco e lungo (100 minuti).

Sulla performance della Marini ci limitiamo a due considerazioni: non è tutta colpa sua, quello sguardo da copertina patinata stava bene al regista o proprio non si poteva fare diversamente? Secondo: nel cast, per poche scene, c’è anche il comico Enrico Bertolino. Che non è Al Pacino, ma di fianco a Valeriona Nazionale sembra proprio Al Pacino.

Incontri proibiti (1998) – di Alberto Sordi

Film a caso in pillole: UFO Sweden

CatturaImpresentabile.

Film sugli UFO… senza UFO (giusto qualche bagliore) e senza alieni, ma anche senza tensione e con una durata galattica (quasi due ore).

Il padre ufologo è scomparso nel nulla anni prima, la figlia, simpaticissima (non si vede l’ora che la arrestino) e hacker provetta, indaga assieme a un gruppo di ufologi squinternati.

Inaffrontabile lo sviluppo finale, con salti temporali alla “Ritorno al futuro” e una caciara in una specie di vortice alieno che…. Ma di che cosa stiamo parlando?

Non bastasse, tocca pure sorbirsi il polpettone sulla simpaticissima che è senza padre ma trova una nuova famiglia, quella degli ufologi e bla bla bla.

UFO Sweden (2022) – Victor Danell

Film a caso in pillole: Cattiverie a domicilio

CatturaSantocielo, machissenefrega?

Il film è fatto bene, ha bei colori e brave attrici, tutto sommato, visto il non-argomento pure un ritmo accettabile, machissenefrega delle sboccate lettere anonime?

Tutti i sospetti cadono sulla protagonista cafona e volgarotta, perfetta per un CinePanettone, simpatica come una caldaia rotta il primo dell’anno. Poi sicuramente ci sarà tutto un sottotesto che ci è sfuggito e che non ci siamo minimamente impegnati ad afferrare, machissenefrega del vicinato e delle vecchiette turbate dalle lettere scandalose?

Oltretutto il/la vero/a colpevole viene rivelato/a di punto in bianco dal regista, senza alcuna poesia, quindi a maggior ragione deve esserci un significato che ci è sfuggito, eliminata anche la possibilità del “giallo”, col responsabile da indovinare. Ok, machissenefrega?

Spettacolare la “traduzione” italiana del titolo. Titolo originale: Piccole lettere malvagie. Titolo italiano: Cattiverie a domicilio.

Cattiverie a domicilio (Wicked little letters, 2023) – di Thea Sharrock

Film a caso in pillole: Which brings me to you – Storia di una confessione

CatturaImproponibile.

Esiste qualcosa di peggio di un brutto film? Sì, certo, un film con poco da raccontare è sicuramente peggio di un brutto film, anche se spesso le due cose coincidono.

Un tizio e una tizia si conoscono a un matrimonio, e si raccontano le storie più importanti della loro vita, tutte accomunate dal fatto di essere poco interessanti. Non bastano certo un morto o una gravidanza, ogni tanto, a far decollare una commedia romantica spompa.

Ottima la “traduzione” del titolo. Titolo originale: Il che mi porta a te. Titolo italiano: Storia di una confessione.

Which brings me to you – Storia di una confessione (Which brings me to you, 2023) – di Peter Hutchings

Film a caso in pillole: Svaniti nella notte

CatturaPrima parte passabile, forse addirittura abbastanza interessante, ultima parte improponibile.

Gli rapiscono i figli per farsi ridare i soldi persi al gioco. Ma niente è come sembra.

Riccardo Scamarcio è bravo e credibile, anche se ogni tanto fa qualche faccia un po’ così, il problema è la svolta della vicenda (colpo di scena) e la voglia di stupire, che rompe gli argini del passabile, esondando verso il non passabile, tra piano criminoso rivedibile, nella forma e nella sostanza, gente ingiustamente accusata di rapimento che impiega giorni a replicare e un erroraccio delinquenziale da ladro di polli (butti la confezione di un medicinale nel wc, anziché mettertelo in tasca e portatelo via? Siamo seri?), solo per fare qualche esempio.

Meglio quando il film si concentra sulla ricerca dei soldi da parte di Scamarcio.

Considerato che era sufficiente togliere, anziché aggiungere, l’odore di occasione sprecata è forte…

Svaniti nella notte (2024) – di Renato De Maria

Film a caso in pillole: Romeo è Giulietta

CatturaDue episodi da applausi (il finale e le audizioni-massacro del regista), nel contesto di un film che non sta in piedi. D’accordo, è cinema, quindi finzione, in più è fondamentalmente una commedia, addirittura una favola, volendo, ma lo sforzo che viene chiesto allo spettatore, per “partecipare” alla recita, è sovrumano. In sostanza lo spettatore deve credere che un’intera compagnia teatrale, per mesi, non si accorga che l’attore principale è un’attrice truccata; e in più deve pure credere che il regista e il suo staff non facciano ricerche su un attore, a cui affidano il ruolo di protagonista, che dice di chiamarsi Otto Novembre, che ovviamente non hanno mai sentito nominare.

Seriamente?

Non bastasse, trattandosi di prodotto italico, c’è quel problemino lì, che non sai mai se sia di dizione, audio, o chissà quale altra diavoleria.

Eh? Cosa hai detto? Puoi ripetere più lentamente e scandire meglio le parole?

A dire il vero quando parla un Sergio Castellitto in forma smagliante (splendido regista-isterico) si capisce bene tutto, quindi forse un indizio sulla soluzione del mistero c’è…

PS: non si potrebbe fare un intero film di provini, con Castellitto che massacra gli aspiranti attori? Spettacolo purissimo.

Romeo è Giulietta (2024) – di Giovanni Veronesi