Film a caso in pillole: Tic toc

CatturaE’ uno scherzo, vero?

E’ una commediola amatoriale fatta tra amici, che per qualche strano e incomprensibile motivo – forse uno scherzo, appunto – alla fine è stata distribuita, giusto? Sì, dai, deve essere per forza così. Al limite potrebbe avere uno scopo benefico, ecco sì, questo spiegherebbe molte cose e pure l’insopportabile pippone moralistico sull’amicizia ai tempi dei social; oppure potrebbe essere un progetto affidato a non professionisti (cosa ci stiamo inventando per non andare giù spiani con la mannaia…), spalleggiati e supportati dai tanti volti noti che compaiono in ruoli minori, da Fausto Leali a Massimo Boldi, da Umberto Smaila a Eva Henger, da Maurizio Mattioli a Sergio Vastano (gli unici due che, parlando di recitazione, si salvano). Ma la “sostanza” e il giudizio non cambierebbero.

La trama: quattro sbandati a caccia di soldi rapiscono tre influencer (NB: in discoteca, davanti a centinaia di testimoni) per chiedere il riscatto ai loro sponsor.

Impresentabile.

Tic toc (2023) – di Davide Scovazzo

Film a caso in pillole: Maneater

CatturaImpresentabile.

Ma soprattutto: ancora?

Ancora un film su uno squalo assassino, oltretutto con un budget che a livello di effetti speciali non permette di andare oltre immagini grossolane ricreate al computer, verosimili come una moneta da tre euro?

La trama: c’è uno squalo che fa il suo lavoro, ammazza delle persone.

La buona notizia: il sangue non manca, il numero di morti è soddisfacente. Ma la buona notizia è già finita, perché sotto il livello dell’acqua lo squalo è anche carino, ma quando emerge non si può vedere, in più il trucchetto per le uccisioni è colorare l’acqua di rosso e muovere la telecamera in maniera frenetica.

Aggiungete attori e musichette da fotoromanzo, dialoghi sconcertanti, situazioni imbarazzanti (un tipo inghiottito mentre si tuffa, un altro tizio attaccato in mezzo metro d’acqua), un piano delirante per far fuori lo squalo (una tipa si fa inseguire, nuotando), che al momento giusto sta lì, immobile, per farsi colpire meglio dalle fucilate. Dai su, non scherziamo.

Che senso ha un ennesimo film di questo tipo, se non hai i mezzi per farmi vedere la gente dilaniata e smembrata, con dovizia di particolari, in primo piano?

Maneater (2022) – di Justin Lee

Film a caso in pillole: Hinterland

CatturaManca giusto la cosa più importante, ovvero un’indagine avvincente (lo è solo in parte) e una soluzione del caso interessante, ma per il resto non è male. Ribaltando la visuale: ben conscio di non avere in mano una sceneggiatura da Oscar, il film punta forte su ambientazione gotica e scenografia sbilenca (letteralmente), una sorta di sfondo naif dipinto a mano.

Un ispettore di polizia, reduce del primo dopoguerra, indaga su un serial killer sadico e creativo.

Purtroppo dopo tre delitti il focus si sposta sulle motivazioni e sull’identità dell’assassino (e pure sui problemi personali dei reduci), senza che lo spettatore abbia la possibilità di tirare a indovinare (sospetti non ce ne sono), quindi diciamolo, si rimane lì fino alla fine perché “Hinterland” col suo sfondo naif cattura, è buio il giusto e ben recitato, e non dura eccessivamente. Ma tensione zero.

Hinterland (2023) – di Stefan Ruzowitzky

Film a caso in pillole: Anno 2000 – La corsa della morte

CatturaBoiata Imperiale o Intrattenimento d’Avanguardia, pur trattandosi di un film di quasi 50 anni fa?

Il filo che divide i due giudizi è sottile, ma se la forma, causa età ed effetti speciali al risparmio, è leggermente più spostata verso la Boiata Imperiale, la sostanza è decisamente più orientata verso l’Intrattenimento d’Avanguardia, addirittura con sottofondo satirico-politico.

L’idea è buonissima: una corsa sulle strade degli Stati Uniti fra 5 campioni di una disciplina che unisce automobilismo a violenza (eliminarsi a vicenda o investire pedoni fa guadagnare punti); si va da David Carradine in versione Frankenstein, tanti sono gli incidenti che ha avuto in carriera, a uno spocchioso Sylvester Stallone non ancora bodybuilder, passando per una improbabile concorrente nazista.

Le uccisioni purtroppo sono malfatte e sbrigative, il sangue è talmente finto da essere di colore rosso fluorescente, ma tenuto conto che il film dura un’ora e un quarto (durata esaltante), una visione non fa certo male.

Anno 2000 – La corsa della morte (Death race 2000, 1975) – di Paul Bartel

Film a caso in pillole: Alice, darling

CatturaNiente di che.

Fin che i contorni della vicenda sono sfumati (che problema ha? Perché si strappa i capelli?) è seguibile quasi con interesse, ma quando rivela che trattasi di amore tossico, il film rivela pure di non avere la caratura per affondare il colpo o almeno una buona idea per stupire lo spettatore. La durata contenuta aiuta comunque ad affrontare il tutto, nonostante un cast non eccelso (lui in particolare).

A un certo punto si parla anche di una ragazza scomparsa e delle ricerche per trovarla, un filone narrativo che nulla a che vedere con la vicenda principale. Immaginiamo quindi si tratti di metafora-similitudine-allegoria-ounarobasimile del percorso della protagonista. Vabbé.

Alice, darling (2022) – di Mary Nighy

Film a caso in pillole: Lazzaro felice

CatturaRecensioni e riconoscimenti stanno lì, sul web, a testimoniare che si tratta di un filmone. Zona capolavoro.

Noi qualche dubbio l’abbiamo, non tanto sulla prima ora “normale”, quando sulla seconda ora, poetico-favolistico-metaforico-mistica e chissà cos’altro.

Raccontare la trama è fare un torto al film, classico caso in cui l’ignoranza giova alla visione, ci limitiamo a scrivere che si parte da una strana amicizia tra un contadino e un “nobile”, che organizza il suo finto rapimento. Poi succede anche molto altro, tanto altro, troppo altro, da un punto di vista razionale: cadute rovinose senza conseguenze, stacchi temporali…non decifrabili (quanto cammina?), invecchiamenti per molti ma non per tutti, incontri casuali probabili come due vincite record al superenalotto, nello stesso giorno e con due giocate diverse. Ah certo, facendosi catturare dal tono poetico-favolistico-metaforico-eccetera tutto bene e accetabile, magari anche semplicemente con un sogno. Ma non è facile, per le nostre menti semplici e pragmatiche.

Restano comunque un film tranquillamente affrontabile nonostante le due ore di durata e una buona prova d’attori, in primis quella del serafico protagonista del titolo.

Lazzaro felice (2018) – di Alice Rohrwacher

Film a caso in pillole: The black demon

CatturaInguardabile.

Uno squalo gigantesco, anzi, un megalodonte estinto (ultimamente va molto di moda), mandato da un dio pagano per “protestare” contro le malefatte umane contro la natura e, in particolare, contro una piattaforma petrolifera sfruttata oltre il lecito dai potenti. Aspettate prima di iniziare a ridere: il megalodonte inviato dagli dei è in grado di far vedere cose al morituro di turno (e anche di abbattere a capocciate una piattaforma petrolifera). Diciamo che è un manipolatore mentale ittico dotato di forza bruta.

In pratica trattasi di horror etico-ecologista con un protagonista, il “black demon” del titolo, che si vede poco e male (è più presente sulla locandina che nel film), e ammazza alla stessa maniera, poco e male.

Benissimo. Serviva.

The black demon (2023) – di Adrian Grünberg

Film a caso in pillole: Quando

CatturaMesso da parte il senso di dejà-vu, il film un certo interesse lo crea, volendo si può guardare, anche se non è semplice perdonargli il calo di ritmo dell’ultima parte e, soprattutto, il pippone sul valore del tempo affidato al protagonista.

Neri Marcoré si risveglia dopo 31 anni in coma. Non sarà un po’ troppo in forma psicofisicamente e pure vocalmente? Vabbé, proseguiamo: era comunista, ma il film è incentrato sulla vita privata. Aveva una fidanzata che forse era incinta. Che fine avrà fatto?

C’è un senso generale di “ingessatura” che non è semplice da spiegare, forse è semplicemente quel misto dramma-commedia che non gira come dovrebbe.

Fatto sta che il momento migliore è una scena di comicità pura affidata al cameriere Stefano Fresi, che “rinnega” il suo ristorante d’alta cucina.

Quando (2023) – di Walter Veltroni

Episodio surreale nella disastrosa campagna promozionale di “Forse le nuvole”

E così la disastrosa campagna promozionale di “Forse le nuvole” si è arricchita di un episodio surreale, lunedì sera in diretta tv, Su TeleTricolore, in una trasmissione calcistica (Appuntamento Sport), con il conduttore-padrone di casa (Franco Tosi) che voleva parlare del libro e concedere la marketta all’autore, mentre l’autore (io) cercava di parlarne il meno possibile, omettendo persino la trama.
Fantastico.
Link alla puntata intera di Appuntamento Sport: https://fb.watch/nic9efOSBr/
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Film a caso in pillole: Nostalgia

CatturaSeriamente? Piefrancesco Favino che parla per un’ora e mezzo come un africano alle prese con l’italiano, perché dopo 40 anni passati lontano da Napoli si è dimenticato non solo il napoletano, ma pure l’italiano? Come si fa a rimanere concentrati sul film, senza domandarsi continuamente se sia possibile una cosa del genere? Poi parliamoci chiaro: anche quando, dopo un’ora e mezzo, recupera la lingua madre…la differenza con un napoletano vero (ad esempio il parroco Francesco Di Leva, come al solito bravissimo) è parecchio evidente per non dire imbarazzante… E quelle facce  da bimbo sorpreso o spaventato, a seconda delle circostanze, con gli occhioni sgranati e l’aria smarrita? Sì, va bene, abbiamo capito che c’è un prima e un dopo sia recitativo che linguistico, voluto, con uno spartiacque dopo un’ora e mezzo della storia, ma, anche in questo caso…seriamente? Con quelle espressioni lì?

Dopo 40 anni passati in Africa, Favino torna nella sua Napoli, al quartiere Sanità, dove nel frattempo il suo amico d’adolescenza è diventato il boss camorristico.

Sarà che l’ “anomalia Favino” rende tutto strano, ma l ’arco temporale non è facile da comprendere e “accettare” (passano giorni o mesi o anni? E la madre, e il trasloco, e la moto…), così come non è semplicissimo capire quale danno potrebbe fare Favino con una confessione al suo vecchio amico, che criminale lo è già e pure parecchio (o no?).

Comunque tranquilli, è tutto chiarissimo, bellissimo, e Favino è bravissimo, visti i premi ricevuti sia dal film che da Favino. Il problema è solo nostro.

Nostalgia (2022) – di Mario Martone

Film a caso in pillole: Il sol dell’avvenire

CatturaBello.

Il cinema al cinema “tira” sempre. Non fa eccezione “Il sol dell’avvenire”, che pur parlando col sorriso sulle labbra di tante altre cose, racconta di un regista alle prese con problemi sul set e nella vita privata. Tra situazioni inattese (il tocco di musical sulle note di Fabrizio Moro e Franco Battiato), discussioni politiche e genialate pure (il “pippone sulla violenza con tanto di telefonata a Martin Scorsese), c’è sicuramente anche qualche supercazzola capace di mandare in visibilio i critici esperti con le loro re(interpretazioni), ma questo non è certo un demerito, anzi.

Poi c’è l’effetto Nanni Moretti, del quale è impossibile non tenere conto. Recita così “male” e parla così “strano” che è difficile non concentrarsi su di lui. Un po’ come accadeva coi film di Totò: così diverso da chi gli sta attorno da rubare la scena, volendo o non volendo, piacendo o non piacendo.

Ultimissima nota sul finale, incomprensibile per chi non conosce a fondo l’opera morettina (come noi): che ci fanno tutti quegli attori? Poi abbiamo capito, anzi, l’abbiamo letto su internet. Quindi? Testamento o botta di autoreferenzialità? Eventualmente al prossimo film di Moretti l’ardua sentenza.

Il sol dell’avvenire (2023) – di Nanni Moretti

Film a caso in pillole: The equalizer – Il vendicatore

CatturaLa nobiltà dell’intrattenimento violento, nobilitato dal carisma di Denzel Washington e dalla bravura del suo doppiatore italiano (Francesco Pannofino), fermo restando non si capisce per quale motivo una roba del genere duri più di due ore.

Denzel pare un tranquillo impiegato di un ferramenta, solitario e abitudinario. In realtà è un ex agente della CIA; quando una sua giovane amica prostituta viene malmenata, si incazza, e inizia ad ammazzare cattivi con grande disinvoltura (e una certa creatività).

Bella la prima parte “normale”, elegante; da esaltati mentali la seconda, nell’accezione positiva di un cinema che può anche essere questo. Se la trama è un pretesto ed Equalizer assomiglia un po’ troppo al Punitore, il pezzo forte è la calma olimpica del protagonista, contraltare delle sue “prodezze”.

The equalizer – Il vendicatore (The equalizer, 2014) – di Antoine Fuqua

Film a caso in pillole: Scordato

CatturaBello.

Rocco Papaleo torna al paese natale, dove tutto era accaduto e dove tutto o quasi si compie, per ritrovare almeno una sua foto da giovane…e portarla a una fisioterapista un po’ naif, che per curare il mal di schiena (ed evidentemente non solo quello) ha bisogno di vedere un’immagine da giovane del paziente. Vabbé.

Però ribadiamo, bel film, elegante e delicato pur affrontando temi potenzialmente devastanti per lo spettatore. “Si spera che la gioventù passi in fretta per avere più tempo di rimpiangerla”. Vola alto ma non si schianta, filosofeggia ma con modestia, senza dare lezioni.

Ottima la durata contenuta, molto buona la trovata del “coinquilino”, che aiuta ad alzare il ritmo, non proprio il pezzo forte del Papaleo attore e regista; brava Giorgia, la cantante, qui anche fisioterapista; azzeccata poi qualche scena “leggera” come quella del passaggio di notte o del post concerto.

Troppo poetico il finale, bastava qualcosina in meno. Ma comunque da vedere.

Scordato (2023) – di Rocco Papaleo

Film a caso in pillole: The Boogeyman

CatturaImproponibile.

Che uno pensa: beh, ma se hanno fatto un film sull’uomo nero nel 2023, ci saranno quintali di morti ed ettolitri ed ettolitri di sangue. No. Due morti in tutto, in penombra, che tanto con la storia che il ragno nero (è una specie di ragno, più che un uomo nero) scappa dalla luce, non si vede mai nulla nitidamente.

Ci si spaventa almeno? Magari.

E non è tutto, perché tocca pure sorbirsi il pippone sul timore di non essere genitori all’altezza e il valore del ricordo delle persone scomparse. Insomma, è un horror culturale, deprecabile genere sempre più in voga.

Che poi sto mostro…appare e scompare, si materializza e smaterializza…ma può essere alcoltellato e incendiato? Mah.

Sacrilega la canzone di Elvis sui titoli di coda. Chi può la faccia rimuovere da questo film, grazie.

The Boogeyman (2023) – di Rob Savage

Film a caso in pillole: Shark 2 – L’abisso

CatturaInguardabile.

Un’ora e un quarto in cui il mega squalo del titolo e della locandina “recita” da non protagonista in una storia da totale chissenfrega sui fondali marini, a 7 km di profondità, tra missioni e passeggiate (!), basi abusive (ripetiamo, a 7 km di profondità) e tradimenti, e torniamo a ribadire chissenefrega, se sulla locandina mi metti uno squalo gigante fammelo vedere mentre sgranocchia degli esseri umani, con dovizia di particolari.

Poi finalmente nell’ultima mezzora va in scena il delirio, con i mega squali (non c’è solo quello della locandina) che si dirigono verso un’isola turistica per banchettare, nuotando anche in mezzo metro d’acqua (come no), dove tra l’altro si materializza pure una mega piovra gigante (che c’entra? Boh), mentre sulla terraferma imperversano dei lucertoloni assassini (che c’entrano? Boh). Insomma, mancano solo Jason e Freddy Kruger, poi ci sono tutti.

Affascinante la versione italiana, in inglese, del titolo.

Titolo originale: Meg 2 (dove Meg sta per Megalodonte, lo squalo preistorico gigante). Titolo “italiano”: Shark 2. Ma non potevano fare diversamente, visto che pure il primo capitolo lo avevano intitolato Shark anziché Meg. Il tutto in perfetta linea con il delirio dell’ultima parte di questo film, comunque preferibile alla prima, passibile di denuncia per pubblicità ingannevole.

Shark 2 – L’abisso (Meg 2: The trench, 2023) – di Ben Wheatley

Film a caso in pillole: Ti presento i suoceri

CatturaImpresentabile.

Non tutto. La prima parte è piacevole, la seconda, quella buonista e rassicurante, no, non si affronta.

Ma c’è un passaggio della trama che va oltre il giudizio personale e oggettivizza l’impresentabilità.

Tre coppie.

Coppia giovane con lei che vuole sposare lui ma lui che non vuole sposare lei (Emma Roberts brava, Luke Bracey chi? bruttino e anonimo); poi Richard Gere e Susan Sarandon amanti (bravi, anche se la vecchiaia di Gere inizia a spaventare); William Macy e Diane Keaton che si incontrano una sera al cinema e diventano quasi amanti (Macy bravo, Keaton lasciamo stare, l’età non perdona).

Ebbene, quando i due giovincelli invitano a cena i rispettivi genitori, che mai si sono visti e conosciuti, salta fuori che…vabbé, non lo raccontiamo per non rovinare l’eventuale visione, ma ci sono le stesse probabilità che tra cinque minuti alla vostra porta suoni Babbo Natale vestito da Dracula che imita il Gabibbo.

D’accordo che è cinema, che è finzione, che è sempre buona norma applicare la sospensione dell’incredulità, ma a tutto c’è un limite.

Indecente il titolo italiano (Ti presento i suoceri), che ignora completamente il pertinente e carino titolo originale (Forse lo faccio).

Ti presento i suoceri (Maybe i do, 2023) – di Michael Jacobs

Film a caso in pillole: Il club dei lettori assassini

CatturaIrricevibile.

E se vi sembra presentabile, almeno fino alla scena del firma copie dell’assassino/a (non è un battuta), è solo per un inizio carino e per quel minimo di curiosità legata all’identità del maniaco (i sospettati sono tanti).

Schema classico, idea già vista in “So cosa hai fatto”, solo per fare un esempio: qui un gruppo di amici ammazza per sbaglio un professore molestatore, con scherzo pesante finito male; a quel punto i componenti del gruppo di amici iniziano a morire.

Due pregi: dura poco e il sangue non manca. Ma parecchie cose barcollano e crollano con l’improponibile firmacopie dell’assassino/a (che ammazza vestito da clown), che pubblica le sue prodezze e chiede ai fan di presentarsi vestiti come lui al raduno, in pieno giorno, in modo da poter passare inosservato.

E poi città e università che si svuotano a seconda delle esigenze di assassino e regista, gente che muore e scompare nel totale disinteresse di genitori e forze dell’ordine, vittime designate che irrimediabilmente cadono su oggetti appuntiti, un cast mediamente bruttino e scarsino con la protagonista più scarsina degli altri.

Indecente il titolo, da cartone animato. Copiatissimo il colpo di scena che riguarda l’assassino/a, ma non diciamo da quale celeberrimo horror per non rovinarvi la sorpresa, nel malaugurato caso vi venisse in mente di vedere questo film.

Il club dei lettori assassini (El club de los lectores criminales, 2023) – di Carlos Alonso Ojea

Film a caso in pillole: As bestas

CatturaBello. Tanto da perdonargli a cuor leggero una durata indecente (due ore e un quarto).

Detto e sottoscritto che, proprio a causa della durata, mai lo riguarderemmo per alcuna ragione al mondo, “As bestas” almeno una volta è da vedere.

In un paesino montano spagnolo, una coppia di “immigrati” francesi ha problemi di vicinato. Brutalizziamo la trama per preservare il piacere della visione. Aggiungiamo solo che si tratta di un dramma-thriller che si concede il lusso, a un certo punto, di cambiare protagonista, che non ha star di prima grandezza ma attori azzeccatissimi e che forse il suo meglio, anche a livello di tensione, lo dà in un paio di confronti verbali. Stop.

Una volta tanto siamo in sintonia con gli apprezzamenti dei critici seri e i premi dei Festival.

As bestas (2022) – di Rodrigo Sorogoyen

Film a caso in pillole: Detective Marlowe

CatturaInguardabile.

Liam Neeson – ormai purtroppo vittima di un’orrenda vecchiaia che il make up stenta a contenere – indaga sulla scomparsa di una persona. Ma il caso si rivelerà essere di tutt’altra natura.

Il film esteticamente è fatto bene, è un noir classicheggiante con donne fatali, penombre e colori caldi, colonna sonora ad hoc e gente con la faccia giusta e di poche parole; fin che Neeson indaga sullo scomparso (quindi molto poco) tutto bene, ma appena allarga il cerchio la vicenda si rovina con le sue mani, essendo scarsamente interessante e, di conseguenza, poco comprensibile per crescente disinteresse dello spettatore.

Non dura tantissimo – appena più di una partita di calcio, più recupero -, ma non si vede l’ora di vederlo finire.

Fondamentale l’aggiunta italiana (Detective Marlowe) al titolo originale (Marlowe). Cambia tutto, grazie.

Detective Marlowe (Marlowe, 2022) – di Neil Jordan