Nella lunghezza, si sa, non c’è mai nulla di buono. Non fa eccezione “The ambush”, che pure ha panorami notevoli, bella fotografia nitida e uno spunto di lusso per un film d’azione/guerra: tre militari, a bordo di un convoglio corazzato, cadono in un’imboscata; devono resistere fino all’arrivo dei rinforzi.
Il problema è che vedere della gente sparare dopo un po’ stanca, tanto è vero che alla lunga si fatica a rimanere concentrati, a tenere il conto dei mezzi di soccorso che arrivano sia via terra che via aria (sembrano un po’ tantini, così, a spanne…) e ad avere piena contezza della missione.
Non un brutto film, intendiamoci, anzi, nel suo genere è dignitosissimo. Ma non può mai durare 102 minuti un’avventura del genere. E’ roba da 60 minuti, 70 a dir tanto. Anche perché le operazioni durano più o meno un’ora e mezzo, poi tocca sorbirsi dieci minuti buoni di finale riflessivo sulla guerra eccetera eccetera.
The ambush (2021) – di Pierre Morel