Carino, forse anche qualcosa in più, nonostante titolo e locandina respingenti.
Una vecchia rimbambita ma simpatica ingaggia una giovane disoccupata come autista, per farsi accompagnare non si sa bene dove (lo si scoprirà); il viaggio è l’occasione per incontrare qualche vecchio amico.
Meglio la prima parte leggera che non la seconda seria, che contiene un finale che non vuole decidersi ad arrivare (il film dura una decina di minuti di troppo). Un po’ commedia, un po’ dramma, tutto horror, per via di una vecchiaia che più che malinconica appare spaventosa. Agghiacciante l’umiliazione che tocca al mitico Vito, per bocca della vecchia rimbambita.
Curiosamente il film funziona anche se la protagonista non è una brava attrice (Stefania Sandrelli), probabilmente perché la storia si regge sulle sue gambe e proprio il fatto di avere una protagonista scarsina fa risaltare teoricamente personaggi secondari come Paolo Rossi e Silvia D’Amico (chi?), bravissima.
Acqua e anice (2022) – di Corrado Ceron