La storia è avvincente, meriterebbe un regista e degli attori un po’ più bravini. Gli attori magari anche un po’ più bellini. Nella deriva politicamente corretta e inclusiva in cui siamo sprofondati, ormai è di gran moda utilizzare attori bruttini, mentre la vita reale, di tutti i giorni, continua a preferire i belli.
Imprenditore pieno di debiti, creduto morto in seguito a un attentato, scompare da tutto e tutti, cambiando vita e permettendo così alla famiglia di rimettersi in piedi con i soldi della polizza sulla vita. Quando, parecchi anni dopo, deciderà di tornare a casa, ad attenderlo troverà una brutta sorpresa.
Finale buono nelle intenzioni, ma non realizzato benissimo.
Una sola, grande, perplessità: dopo l’attentato, in stato confusionale, viene portato al pronto soccorso, medicato e suturato. E’ un momento di caos, ma possibile nessuno registri le sue generalità, cosa che gli renderebbe impossibile fingersi morto?
Riposare in pace (Descansar en paz, 2024) – di Sebastián Borensztein