Film a caso in pillole: Fear

LocandinaL’ultima parte non è malaccio, già stravista (ennesima variante de “La Casa”) ma affrontabile, si muore tutto sommato abbastanza bene e in maniera creativa; il problema è la prima ora abbondante di film, in cui l’horror si dimentica di essere un horror e preferisce filosofeggiare su fobie e paura del prossimo.

Gruppo di amici si ritrova per una vacanza in una casa nel bosco, con una pandemia alle spalle e una che sta per scoppiare; un tizio che tossisce e una tipa con l’asma non vengono guardati benissimo dagli altri. Ma è un depistaggio, non è questo il focus della vicenda; in realtà l’allegra combriccola risveglia non si sa come e perché delle streghe malefiche o una roba simile.

Nel complesso di un cast scarsino forte, curioso che il ruolo di protagonista sia stato affidato al più scarsino forte di tutti. Vi basti qui sotto un fotogramma di una sua espressione di terrore.

Fear (2023) – di Deon Taylor

Cattura

Film a caso in pillole: Fabbricante di lacrime

CatturaInguardabile.

E inascoltabile, laddove si parla di “cuori intrecciati” e si fa ampio ricorso a frasi da Baci Perugina (con tutto il rispetto per i Baci Perugina), tipo “lui graffi e io cerotti”, “La favola più grande ce l’abbiamo nel cuore”, “Hai abbastanza coraggio da immaginare una favola senza lupo?” o “Tutti tolgono le spine alla rose, ma a me piace lasciarle, perché mi ricordano che anche le cose belle possono far male”.

Due orfani adolescenti – che fanno finta di schifarsi ma si piacciono – vengono adottati dalla stessa famiglia. Finirà benissimo, in nome dell’Amore.

Lui è bruttino forte, ma tutti dicono che sia bello (amen), ha perennemente lo sguardo da piacione tormentato e appena può si mostra a torso nudo; lei è molto più bella di lui, sussurra e fa le fusa, cerca di resistere ma nulla può di fronte al fascino del bruttino forte (in un film, nella realtà lei nemmeno lo degnerebbe di uno sguardo). Sulle recitazioni ci fermiamo qui, preferiamo non infierire.

Il colpo di grazia sono la colonna sonora soporifera e la voce fuori campo che filosofeggia.

Fabbricante di lacrime (2024) – di Alessandro Genovesi

Film a caso in pillole: One life

CatturaUna mattonata.

Però alt, fermi tutti: si potrà mai scrivere male di un film con Anthony Hopkins, tratto da una storia vera, che parla del piano per salvare bambini dalla Cecoslovacchia invasa dalla Germania nazista? Sì, certo che si può scrivere male, perché come al solito non è in discussione l’argomento, ma il film, che nel caso specifico fa venire sonno e fa sudare allo spettatore tutti e 102 i minuti di durata.

Il fatto è che la vicenda raccontata è tutta molto lineare, certo difficoltosa per questioni burocratiche, ma non ha sussulti… cinematografici. Non ci sono scene “forti”, non c’è mai tensione legata al possibile fallimento dell’operazione. E anche quando l’operazione viene interrotta dallo scoppio della guerra … non c’è sorpresa, perché il film è tutto un flashback, quindi si sa già che l’ultimo treno carico di bimbi verrà fermato dai nazisti in stazione.

Dato tutto ciò, si profila la possibilità che il film sia più interessato alla figura dell’organizzatore di tale operazione, campione di coraggio, umanità e umiltà, che solo grazie a una trasmissione tv riceve in tarda età il giusto tributo. Ma in ogni caso: perché non un documentario (magari un po’ più breve) anziché un film?

One life (2023) – di James Hawes

Film a caso in pillole: Godzilla e Kong – Il nuovo impero

CatturaImproponibile.

Un delirio lungo un’ora e tre quarti: Godzilla che distrugge mezza Roma a fin di bene, menando un calamaro gigante, poi come un gatto si acciambella a riposare all’interno del Colosseo; diverse piramidi e buona parte di Rio de Janeiro rase al suolo; un lucertolone che sputa ghiaccio liquido comandato e cavalcato da uno scimmione cattivo; una bimba sordomuta che “sente” non-abbiamo-capito-bene-cosa ma forse alla fine contribuisce a salvare il mondo (il “forse” è dovuto al fatto che non siamo riusciti a farci venire la voglia di capire); la sostituzione di un dente rotto a King Kong, al quale viene “rinforzato” pure un avambraccio con un maglio dei Transformers o una roba simile.

Ora: va bene che da un film del genere, fatto quasi tutto al computer, non puoi aspettarti nulla, se non botte da orbi tra mostri (ok, quelle ci sono), ma quando è troppo è troppo, c’è un limite anche alla caciara fine a se stessa…

Godzilla e Kong – Il nuovo impero (Godzilla x Kong – The new empire, 2024) – di Adam Wingard

Film a caso in pillole: The execution

CatturaInguardabile. E inaffrontabile, tenuto conto delle 2 ore e 10 minuti di durata (mortacci sua).

Trattasi di sedicente thriller in cui tornano in voga i delitti di un serial killer, ritenuto in carcere. O una roba del genere. Capire e rimanere concentrati non è facile, tenendo conto della durata, del buio (da non confondersi con l’atmosfera cupa, qui la pellicola è buia, è un’altra cosa) e degli sbalzi temporali con cui viene raccontata la vicenda.

Pare di capire ci sia un bel colpo di scena dopo un paio d’ore di film, una congiura o qualcosa di simile, ma chi può arrivare lucido alla seconda ora? Noi no di certo.

Una cosa che spaventa comunque c’è, a parte la durata: la bruttezza degli attori. Tutti. Metterne almeno uno carino nel cast sembrava così sbagliato e politicamente scorretto?

The execution (Казнь, 2021) – di Lado Kvataniya

Film a caso in pillole: Adagio

CatturaNon  così bello come sarebbe logico attendersi visti regista e cast. Ribaltando la questione: con attori meno bravi e conosciuti saremmo così indulgenti? Probabilmente no.

Il film dura tantissimo (due ore) e impiega un bel po’ a prendere ritmo; Pierfrancesco Favino è vero che interpreta un malvivente malato oncologico, ma pare Nosferatu; Francesco Di Leva è uno spreco assoluto, ha poche battute e un ruolo marginale; Valerio Mastandrea e Toni Servillo non si discutono, ma la parte e la performance migliore sono quelle di Adriano Giannini, carabiniere corrotto che ricatta il figlio di un criminale per fare soldi.

Non tutti i passaggi della vicenda – a livello di comprensione – scorrono via lisci, ma il film è volutamente “sporco”, ambientato in una Roma quasi post apocalittica, tra afa, incendi e interruzioni di corrente elettrica. La curiosità di vedere come va a finire c’è, quindi il suo lo fa. E’ intrattenimento di classe.

E’ un brutto film? No, certo che no.

Era lecito attendersi di più col potenziale a disposizione? Sì, certo che sì.

Adagio (2023) – di Stefano Sollima

Film a caso in pillole: Cento domeniche

CatturaSarà che Antonio Albanese (qui anche regista) è talmente bravo che probabilmente renderebbe affrontabile anche una boiata, ma non si spiega come mai nessuno parli di “Cento domeniche”. Che è bello, sintetico (un’ora e mezzo), non banale e ha un finale “spietato”. Naturalmente nessun premio vinto, il che ovviamente depone a suo favore.

Il protagonista, un Buono Assoluto in pensione, scopre di essere stato truffato dalla propria banca e di non avere più un euro sul conto, proprio quando sta per realizzare il sogno di accompagnare la figlia all’altare.

Un solo appunto: possibile prima di firmare la richiesta di finanziamento non chieda un estratto conto della propria situazione finanziaria? Ok, si fida, ma in banca stanno sul vago quando parla di cifre. Nemmeno una stampa contabile domanda? Uhm…

Sia chiaro: il film è comunque da vedere, fosse solo per ammirare la disinvoltura con cui Albanese passa da recitazione brillante a recitazione drammatica.

Cento domeniche (2023) – di Antonio Albanese

Film a caso in pillole: Club Zero

CatturaDavvero niente male.

Di sicuro, anche stilisticamente (inquadrature finto amatoriali con aggiustamento dello zoom, colonna sonora nei momenti topici fatta di soli suoni) non passa inosservato.

Insegnante nutrizionista plagia un gruppo di studenti, promuovendo “alimentazione consapevole”.

Il film, serio, fa la cosa più difficile visto lo spunto grottesco e le ridicole divise scolastiche: essere verosimile. E’ satira/denuncia spietata, come dovrebbe sempre essere, non solo sulle mode (alimentari), ma anche sul disinteresse di parecchi genitori verso i propri figli; non manca una scena da voltastomaco, ma è perfettamente coerente con la storia raccontata.

Parlando di attori, brava l’insegnante e quasi tutti i ragazzi plagiati.

Club Zero (2023) – di Jessica Hausner

Film a caso in pillole: Altri padri

CatturaCi sono tante cose da dire su questo film, che offre il suo peggio nel titolo (orribile) e nelle scene in aula di tribunale presiedute da Maria Grazia Cucinotta (aiuto).

Innanzitutto, la più importante: si guarda, a tratti è addirittura bello. Bravi e credibili i due protagonisti, Paolo Briguglia (già visto un milione di volte, ma non sapremmo dire dove) e, a sorpresa, Chiara Francini, alle prese con un ruolo drammatico. Scelta azzardata ma azzeccata. Del resto il coraggio non manca al regista, che in epoca di politicamente corretto, propone una vicenda in cui è la moglie cattiva a tentare di sbarazzarsi del marito buono, facendo di tutto per tenerlo lontano dai figli.

Strano la censura non sia intervenuta.

Nel coraggio rientra il montaggio (la vicenda non è raccontata in preciso ordine temporale, scelta discutibile) e pure qualche scena “onirica”, non necessaria.

Ultime due annotazioni: piuttosto forzato il modo in cui lui riesce a collegare i fili della “congiura” (com’è possibile una foto del genere arrivi in carcere?); molto presente una celebre catena di negozi, pure in fondo a destra sulla locandina. Ok, capito, va così il mondo. Ma un po’ infastidisce.

Altri padri (2021) – di Mario Sesti

Film a caso in pillole: Imaginary

CatturaInguardabile. Di più. Irritante.

Una bimba ha un amico immaginario, che a un certo punto si scopre essere lo stesso della matrigna e…e basta così perbacco, cosa volete pretendere da una storia simile? Teoricamente è un horror, il problema è che non fa paura e che l’unico decesso (una vecchia dilaniata da un orso di peluche gigante e mannaro, no comment) non viene nemmeno inquadrato dalla telecamera.

Tutto ciò, unito a una durata immotivata (100 minuti), lascia intendere che il film abbia un sottotesto impegnato, che voglia lanciare un messaggio. Quale? Non chiedete a noi.

Omogeneo il cast, nel senso che è tutto scarso, attori maggiorenni e attori minorenni, anche se la protagonista è la peggiore in assoluto.

Impresentabile.

Imaginary (2024) – Un film di Jeff Wadlow

Film a caso in pillole: Riposare in pace

CatturaLa storia è avvincente, meriterebbe un regista e degli attori un po’ più bravini. Gli attori magari anche un po’ più bellini. Nella deriva politicamente corretta e inclusiva in cui siamo sprofondati, ormai è di gran moda utilizzare attori bruttini, mentre la vita reale, di tutti i giorni, continua a preferire i belli.

Imprenditore pieno di debiti, creduto morto in seguito a un attentato, scompare da tutto e tutti, cambiando vita e permettendo così alla famiglia di rimettersi in piedi con i soldi della polizza sulla vita. Quando, parecchi anni dopo, deciderà di tornare a casa, ad attenderlo troverà una brutta sorpresa.

Finale buono nelle intenzioni, ma non realizzato benissimo.

Una sola, grande, perplessità: dopo l’attentato, in stato confusionale, viene portato al pronto soccorso, medicato e suturato. E’ un momento di caos, ma possibile nessuno registri le sue generalità, cosa che gli renderebbe impossibile fingersi morto?

Riposare in pace (Descansar en paz, 2024) – di Sebastián Borensztein

Film a caso in pillole: DallAmeriCaruso-Il concerto perduto

CatturaPerò se lo intitoli “Il concerto perduto” non è che puoi farmi aspettare più di mezzora (di elucubrazioni) prima di farmi vedere il concerto di Lucio Dalla a New York nel 1986.

Elucubrazioni che tra l’altro non riguardano direttamente il concerto – se non in minima parte -, ma la canzone “Caruso”, che poi diventerà l’unico singolo dell’album live.

Premesso ciò, il film-documentario è ingiudicabile (elucubrazione a parte), a meno che non si voglia giudicare il concerto, possiamo comunque dire affrontabile anche da chi non è fan sfegatato, per la presenza di tante canzoni che tutti conosciamo.

DallAmeriCaruso-Il concerto perduto (2023) – di Walter Veltroni

Film a caso in pillole: The Equalizer 3 – Senza tregua

CatturaImpresentabile.

Ex agente della CIA interpretato da Denzel Washington, che ha 70 anni e si vedono tutti (ma nessuno l’ha spiegato a lui e al regista), dopo una missione di una violenza inaudita in Sicilia si ritrova ferito in uno sperduto paesino; lì troverà modo di scoprire la bellezza dell’Italia meridionale e della pace, sgominando a tempo perso se non l’intera mafia buona parte di essa.

Il film è proprio brutto, da un punto di vista estetico (colpa solo della fotografia?) pare una telenovela serale da pre TG, senza contare che bastano pochi minuti per accorgersi del cortocircuito, innescato dalla sproporzione clamorosa tra la bravura e il carisma dell’attore Washington e l’anonimo (ci stiamo andando leggerissimi) resto del cast, quasi tutto italiano e sconosciuto (ad eccezione di Remo Girone), squilibrio appesantito dal doppiatore di Washington, Francesco Pannofino, che si porta a scuola di impostazione e dizione tutte le altre voci.

Non mancano poi alcune “perle” meritevoli di segnalazione.

Come ti chiami, domanda Remo Girone a Denzel Washington. Lui: Roberto. E’ nero, americano. Si chiama Roberto.

Ma del resto il protagonista pur essendo americano parla benissimo italiano (o in quel paesino siciliano parlano tutti inglese?).

Una cameriera lo invita a mangiare il vero cibo del posto. Vanno in riva al mare e cosa mangiano? Kebab. Benissimo.

A un certo punto nei panni del capo della polizia appare un attore molto simile al comico Adolfo Margiotta (del duo Olcese-Margiotta), e in effetti ogni tanto gli scappa un’espressione o un gesto che fa ripensare vagamente alle telenovele di Chiquito y Paquito (ricordate Avanzi?). Possibile? Possibile, è davvero lui. E il cortocircuito è completo.

The Equalizer 3 – Senza tregua (The Equalizer 3, 2023) – di Antoine Fuqua

Film a caso in pillole: Replicas

CatturaImpresentabile.

Un Keanu Reeves a tratti sconcertante è uno scienziato che decide di clonare, in cantina, rubando materiale dalla propria ditta, la famiglia appena morta in un incidente (moglie e tre figli). Per decidere chi non clonare (ha solo tre capsule di clonazione a disposizione), si affida a un sorteggione di fantozziana memoria.

La sceneggiatura è un disastro, va bene che si tratta di fantascienza (forse), ma la logica andrebbe preservata, anche nei film, a cominciare dall’incidente mortale (un ramo che trapassa parabrezza e moglie, abbiamo visto bene?) per proseguire con la zoppicante gestione dell’assenza di defunti per diciassette giorni (il tempo necessario per la clonazione, in pratica frega niente a nessuno di tre persone scomparse, giusto qualche messaggio e qualche bugia) e il successivo ritorno dei clonati (come pensa di gestire col mondo la scomparsa della figlia non clonata?). Mazzata finale, per lo spettatore, l’entrata in scena di una specie di Robocop meno fisicato col cervello clonato di Reeves.

L’abbiamo già scritto all’inizio, ma è passato un po’ di tempo, meglio riscriverlo: impresentabile.

Replicas (2018) – di Jeffrey Nachmanoff

Film a caso in pillole: L’imprevedibile viaggio di Harold Fry

CatturaPiù che un film una fiaba grondante buoni sentimenti, fastidioso come tutte le fiabe grondanti buoni sentimenti, oltretutto di una lentezza esasperante nell’ultima parte. Si può guardare? Sì, certo. Lo riguarderemmo? Mai, per nessun motivo al mondo.

Un vecchio esce di casa per spedire una lettera a una vecchia amica morente; ma anziché imbucare la lettera, decide di andare a trovarla a piedi, a 800 chilometri di distanza. Quando la storia finirà sui media, avrà pure il seguito di supporter. Nel passato del vecchio c’è un grave trauma, un senso di colpa che cerca di espiare col viaggio a piedi, si scoprirà strada facendo.

E’ un mondo migliore, dove tutti salutano e aiutano il vecchio ancor prima che finisca sui media ed è un perfetto sconosciuto; lui stesso poi trova normale che a un certo punto una signora lo riconosca (lui non sa ancora di essere diventato un caso nazionale) e gli offra da mangiare. Aspettate, lo riscriviamo: sei un signor nessun, a centinaia di chilometri di distanza da casa tua, non sai ancora di essere finito su giornali e tv, una signora sconosciuta ti riconosce, ti dice come ti chiami, ti offre da mangiare e per te ok, tutto normale. Siamo seri?

Indecente il titolo italiano, che trasforma “Il pellegrinaggio improbabile” ne “L’imprevedibile viaggio”. Nulla di grave, non fosse che il vecchio (bravo l’attore che lo interpreta) viene definito il pellegrino, con tanto di magliette dei fan. L’avranno visto il film i titolisti italiani prima di brutalizzare il titolo originale? Mah…

L’imprevedibile viaggio di Harold Fry (The unlikely pilgrimage of Harold Fry, 2023) – di Hettie Macdonald

Film a caso in pillole: Genius

CatturaSi guarda perché è fatto bene e ha bravi attori, ma in realtà dopo una buona partenza perde ritmo e sembra più lungo dei suoi 97 minuti.

Storia del rapporto professionale e personale fra lo scrittore Thomas Wolfe e il suo editor, entrambi completamente assorbiti dal lavoro, a scapito delle famiglie.

Nicole Kidman che dice di non essere più piacente e che solo grazie a Wolfe (Jude Law) torna a sentirsi tale (seriamente?) lascia quantomeno basiti; difficile poi aver voglia di avvicinarsi all’opera di Wolfe dopo aver appreso della sua prolissità e aver ascoltato in questo film diversi passaggi dei suoi romanzi. In tutta onestà non abbiamo mai letto nulla di suo e di certo non lo faremo dopo aver visto “Genius”.

Genius (2016) – di Michael Grandage

Film a caso in pillole: Home education – Le regole del male

CatturaCaspita, che bella sorpresa.

Horror italiano con un bel delirio da raccontare e ben raccontato dal regista, con una riuscita atmosfera da incubo, ottimamente condita da un’opportuna durata, pari a quella di una partita di calcio. Unica perplessità sul cast (parliamo in tutto di tre attori), che convince…ma fino a un certo punto. Mettiamola così: più bravo il regista degli attori.

Ragazzina viene cresciuta ed educata in una casa, in mezzo al bosco, dalla madre. Evitiamo di aggiungere qualsiasi altro elemento della trama, per preservare in toto il piacere della visione.

Home education – Le regole del male (2023) – di Andrea Niada

Film a caso in pillole: Non aprite quella porta – L’inizio

CatturaSe siete stanchi degli horror intellettuali in cui non muore e non sanguina nessuno, questo è il film che fa per voi. La trama è semplice pretesto: quattro ragazzi, più un altro paio di malcapitati, trovano il modo di farsi macellare dal maniaco armato di motosega e dalla sua famiglia di psicopatici. L’attesa non è lunga e non resta delusa.

Non ha la stessa eleganza visiva del capitolo precedente (“Non aprite quella porta” del 2003), ma fa il suo lavoro, senza fronzoli. Che poi questo sarebbe il prequel del precedente, anche se è uscito tre anni dopo, ma in fondo chissenefrega, non c’è niente da capire, non occorre l’attivazione cerebrale. Grazie al cielo.

Non aprite quella porta – L’inizio (The Texas chainsaw massacre: The beginning, 2006) – di Jonathan Liebesman

Film a caso in pillole: Un anno difficile

CatturaBruttino.

Due disperati si aggregano a un gruppo di attivisti ecologisti, un po’ per convenienza, un po’ perché uno dei due è innamorato di un’attivista.

Detto che si tratta di una commedia con un finale poetico insopportabile, sorgono spontanee un paio di domande: una vicenda del genere merita di essere raccontata in un film? No, certo che no. Ma soprattutto: ammesso che uno trovi interessante una storia del genere, potrà mai durare 110 minuti? No, certo che no.

Si ride pochino, solo una volta sul serio, quando la babbiona molesta uno dei due disperati, quello più bravino, parlando di attori (l’altro non lascia traccia); momento di sconforto la comparsa, nella colonna sonora, di quel capolavoro che è “The End” dei Doors. In un film del genere? Scherziamo?

Un anno difficile (Une année difficile, 2023) – di Olivier Nakache e Éric Toledano

Film a caso in pillole: Il libro delle soluzioni

CatturaCarino. Ma il primo pensiero, giunti ai titoli di coda, è che con un racconto del genere (e alcuni dialoghi “fulminanti” alla Woody Allen) a disposizione, questo film avrebbe potuto essere bello o bellissimo, non soltanto carino.

Giovane regista sufficientemente matto si ritira in campagna, con le sue paranoie e i suoi collaboratori più fidati, per concludere l’ultimo film.

Il protagonista è bravino, ma non bravissimo e con una faccia un po’ troppo pulita; le situazioni divertenti/improbabili non mancano e sono il bello della vicenda. Che ci sia del buono lo dimostra il fatto che alcune scenette tornano in mente dopo, a visione conclusa.

Lascia invece parecchio perplesso l’oggetto (un diario rinominato “Il libro delle soluzioni”) che dà il titolo al film, non necessario e solo a tratti tirato in ballo dal protagonista.

Il libro delle soluzioni (Le livre des solutions, 2023) – di Michel Gondry