Non sarà il miglior Woody Allen, ma è pur sempre Woody Allen. E il film è talmente pieno di star, statunitensi e italiane, che è impossibile distrarsi, se non altro per non lasciarsi sfuggire le comparsate di Riccardo Scamarcio, Ornella Muti, Giuliano Gemma e Dolce&Gabbana, solo per fare i primi esempi che ci vengono in mente.
Quattro storie: Allen talent scout musicale (la trovata della doccia è classe cristallina), Alec Baldwin “spirito” guida di una storia clandestina che sta nascendo, Roberto Benigni improvvisamente famoso… senza motivo, novelli sposi nei guai per colpa di Penelope Cruz e Antonio Albanese, immaginiamo omaggio a “Lo sceicco bianco” di Federico Fellini (la vicenda è pressappoco la stessa).
Mancano gli aforismi da tramandare ai posteri dell’Allen regista-sceneggiatore; in compenso c’è l’Allen attore, che è sempre uno spasso. Poi ci sono la già citata trovata della doccia e la satira feroce alla fama facile dell’episodio che ha per protagonista Benigni, romano con inspiegabile accento fiorentino (licenza poetica from USA).
E’ l’approccio che sposta nel giudizio: ti aspetti l’Allen filosofico intellettualoide? Non guardare questo film. Ti accontenti di una commedia, elegante e priva di volgarità? Ok, mettiti comodo.
To Rome with love (2012) – di Woody Allen