Onestamente: fosse un film straniero procederemmo impunemente al “massacro”. Ma siccome è un film italiano carico di buona volontà, qualcosa vogliamo salvare: la durata contenuta, il numero di parolacce sopportabile e, soprattutto, Herbert Ballerina.
Ballerina è un fumetto, non esiste, è un fuori tempo-fuori spazio, un alieno, come Rocco Papaleo, Roberto Benigni o Totò; il suo personaggio, che non capisce mai niente, crea dipendenza. E diverte.
Quattro amici in grave difficoltà finanziaria si improvvisano prostituti.
Bravo anche un insospettabile Paolo Ruffini, “serio” e misurato. Non altrettanto si può dire del resto del gruppetto, composto dal rapper Clementino, troppo a briglia sciolta, e da Francesco Albanese chi?, anche regista, il meno convincente dei quattro.
Qualche situazione divertente c’è, non solo grazie a Ballerina, ma il film funziona meglio all’inizio, fino ai preparativi per la nuova professione, poi mostra il fiato corto. Che poi praticamente tutte le donne di una piccola città vadano a puttani, appare un tantinello eccessivo…
Riassumendo: non un bel film ma, vista anche la trama, pensavamo peggio.
Uomini da marciapiede (2023) – di Francesco Albanese