Film scarsino, nonostante la bella fotografia, un cast di tutto rispetto e un soggetto ottimo: lei è in analisi e si suicida, il fratello prende di mira il terapeuta e la sua famiglia.
Di finali ce ne sono due-tre in fila, il migliore sarebbe il primo, ma il regista tira avanti, convinto di avere in mano chissà quali altre carte da giocare. E alla resa dei conti stanca.
Ma il vero problema è che questo thriller sembra molto (ma molto) più lungo dei suoi 100 minuti di durata, segno che manca di ritmo. Vogliamo farla questa legge per impedire ai film di durare più di una partita di calcio?
Altra domanda: motivo per cui il titolo cita una canzone dei Police? Se ci siamo distratti chiediamo venia: ce lo spiegate?
Every breath you take – Senza respiro (Every breath you take, 2021) – di Vaughn Stein