Impresentabile, ma da vedere assolutamente.
Non è una contraddizione: quando il trash involontario raggiunge questi livelli, il film va visto.
Un ragazzo si crede un lupo, i genitori lo portano in una clinica che si occupa di casi simili.
Dobbiamo continuare?
Nella clinica c’è di tutto un po’: chi si crede uno scoiattolo e prova ad arrampicarsi sull’albero, chi gira con piume e becco pensando di essere un pappagallo, chi pensa di essere un cane lupo e urina di conseguenza come un cane lupo.
Dobbiamo continuare?
Il ragazzo-lupo fa il lupo solo quando pare a lui, non H24. Mangia a tavola, parla normalmente, se è il caso si fa umanamente masturbare da una ragazza-gatta, poi ogni tanto gli viene in mente di essere un lupo e ulula o si muove a quattro zampe.
Dobbiamo continuare?
Una delle terapie per i ragazzi-animali è fare balli di gruppo sulle note di Gloria di Umberto Tozzi.
Dobbiamo continuare?
Ah, nota più importante di tutte: non si tratta di una commedia, ma di un film “serio”, drammatico.
Wolf (2021) – di Nathalie Biancheri