Disperso tra 99 minuti di film qualcosa di interessante c’è, il problema è l’eccessiva calma con cui se la prende il regista (leggi passaggi non necessari della vicenda) e uno sviluppo finale non del tutto comprensibile, o forse chiarissimo ma reso non del tutto comprensibile dalla nostra soglia d’attenzione, non troppo incentivata.
Per quel che abbiamo capito è la storia di un ex contrabbandiere, costretto a delinquere di nuovo per rimediare a un danno del figlio.
Gli attori sono bruttini, ma il film ha una sua credibilità artistica. La parte centrale, quella più accessibile, è sicuramente la migliore.
Naturlamente i titolisti italiani hanno dovuto mettere il loro marchio, trasformando il titolo originale, Pamfir, ne “Il giuramento di Pamfir”.
Il giuramento di Pamfir (Pamfir, 2022) – di Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk