Stavolta non a caso, come indica il titolo di questa rubrica, ma per un motivo ben preciso, una curiosità morbosa: pare che l’Esorcista 3 abbia goduto di una certa popolarità tra i serial killer statunitensi, in particolare Jeffrey Dahmer, Il Cannibale di Milwaukee.
Ecco perché l’abbiamo scelto.
Il film ha il suo perché, è fatto benino, ma non ha nulla di più o di diverso rispetto a tanti altri film di genere. Un serial killer uccide imitando le gesta di un serial killer morto anni prima; facendo parte della saga de L’Esorcista e dovendo per forza esserci una possessione, è chiaro fin da subito dove andrà a parare, ma la vicenda si lascia seguire ugualmente.
L’atmosfera cupa è ottima, qualche scena mistica sfiora il kitsch ma non stona, gli omicidi sono di buona fattura, anche se i dettagli truculenti non abbondano, l’anziano protagonista (George Scott) è magnetico, lui e quelle sue espressioni strambe. E in effetti, non essendo riusciti a cogliere i collegamenti con gli altri Esorcista, che ci sono apparsi pretestuosi, ci siamo concentrati su di lui.
L’esorcista III (The exorcist III, 1990) – di William Peter Blatty