Dura poco, meno di una partita di calcio, ma non si direbbe, tanto è priva di accadimenti interessanti la prima parte. Finalmente a una ventina di minuti dalla fine qualcosa succede, ma è troppo poco per consegnare questo film ai posteri.
Problemi famigliari e personali di una ragazzina (ottima la giovanissima Emma Fasano) della periferia. Niente di che, problemi nella norma, perlomeno cinematografica. Boh, magari il film agli adolescenti e ai super sensibili piacerà da matti, chissà.
Nella prima parte, quella in cui succede pochino, viene spontaneo domandarsi in che anno siamo: i primi telefoni satellitari in auto, la Lambada, I like Chopin, Maledetta Primavera, i motorini della Piaggio, lo “squalo” della Citroen, il gioco da tavolo de L’Uomo Ragno, il poster de Il tempo delle mele. Qualcosa non quadra nel posizionamento temporale.
Maldetta primavera (2020) – di Elisa Amoruso