Tendenzialmente impresentabile.
Thriller di chiara ispirazione tarantiniana, con diverse “stranezze” e scene involontariamente cult, dal corriere della malavita narcolettico (come no, a quando un maratoneta zoppo?) al tipo che combatte bendato, dalle frasi ad effetto al tipo che spara a una tipa a due metri da una pubblica manifestazione senza che nessuno se ne accorga, senza dimenticare il ricorso al racconto temporalmente destrutturato e riproposto più volte con l’aggiunta di nuovi elementi, una tecnica adottata però quasi esclusivamente nella prima parte, una scelta quantomeno discutibile.
E non andrebbero dimenticate nemmeno le quasi due ore di durata (troppe), la presenza non necessaria e muta di Maria Grazia Cucinotta, e la sconcertante performance morente di… (non scriviamo il nome per non rovinare la visione, comunque quello che muore per ultimo).
Tutto ruota attorno a un quadro smarrito e ritrovato. Più o meno. Scusate ma non ce l’abbiamo fatta e vedercelo tutto in una volta sola, e qualcosa possiamo aver perso per strada.
American Night (2022) – di Alessio Della Valle