Sconclusionato, ad esser buoni, sia che lo si guardi come rivisitazione dell’omonimo romanzo di Michail Bulgakov, cui è dichiaratamente ispirato, sia che si prescinda dall’esistenza del romanzo stesso.
Scrittore di teatro censurato incontra Satana. Lo spunto è (sarebbe) folgorante, il sottotesto potente.
Il guaio è che se lo consideriamo una trasposizione del romanzo, ne tradisce completamente la seconda parte “magico-diabolica”, semplifica all’osso figure come quelle dell’amata Margherita e del gatto nero, o si gioca malissimo scene folgoranti (su carta) come quella della decapitazione; se invece fingiamo che il romanzo non esista, onestamente non abbiamo idea di cosa possa capire lo spettatore, probabilmente poco. Difficile possa appassionarsi alla vicenda, che può comunque avvalersi di un grande protagonista (Ugo Tognazzi) e di un azzeccato Satana (Alain Cuny).
Da considerare inoltre che il film ha più di 50 anni e paga dazio agli effetti speciali (elementari), dei quali invece ci sarebbe stato grande bisogno.
Il maestro e Margherita (Maestro i Margarita, 1972) – di Aleksandar Petrović