Film a caso in pillole: Il boemo

BoemoInaffrontabile, con tutto il rispetto del caso visto che si tratta della vita (romanzata?) di uno sconosciuto (per noi) compositore del 1700, tale Josef Myslivecek, detto “Il boemo”, proprio come Zdenek Zeman.

Il fatto è che due ore e un quarto di musica lirica, parrucche e vicende poco interessanti (eccezion fatta per qualche scena libertina) sono un pochino pesantucce, e non basta la comparsata di un Mozart bambino ma già fenomeno per ravvivare la situazione.

Sicuramente colpa nostra che non avevamo alcun valido motivo per avvicinarci a un mondo che non ci interessa, altrettanto sicuramente non eccezionale un film che non ha nessuna valida motivazione per durare così tanto.

Il boemo (2022) – Un film di Petr Václav

Film a caso in pillole: The black demon

CatturaInguardabile.

Uno squalo gigantesco, anzi, un megalodonte estinto (ultimamente va molto di moda), mandato da un dio pagano per “protestare” contro le malefatte umane contro la natura e, in particolare, contro una piattaforma petrolifera sfruttata oltre il lecito dai potenti. Aspettate prima di iniziare a ridere: il megalodonte inviato dagli dei è in grado di far vedere cose al morituro di turno (e anche di abbattere a capocciate una piattaforma petrolifera). Diciamo che è un manipolatore mentale ittico dotato di forza bruta.

In pratica trattasi di horror etico-ecologista con un protagonista, il “black demon” del titolo, che si vede poco e male (è più presente sulla locandina che nel film), e ammazza alla stessa maniera, poco e male.

Benissimo. Serviva.

The black demon (2023) – di Adrian Grünberg

Episodio surreale nella disastrosa campagna promozionale di “Forse le nuvole”

E così la disastrosa campagna promozionale di “Forse le nuvole” si è arricchita di un episodio surreale, lunedì sera in diretta tv, Su TeleTricolore, in una trasmissione calcistica (Appuntamento Sport), con il conduttore-padrone di casa (Franco Tosi) che voleva parlare del libro e concedere la marketta all’autore, mentre l’autore (io) cercava di parlarne il meno possibile, omettendo persino la trama.
Fantastico.
Link alla puntata intera di Appuntamento Sport: https://fb.watch/nic9efOSBr/
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Prosegue a vele spiegate la disastrosa campagna promozionale di “Forse le nuvole”

Allegato 1 - CopertinaProsegue a vele spiegate la disastrosa campagna promozionale di “Forse le nuvole”. Dopo una presentazione per pochi intimi, il mancato ingresso nella finale del Premio Letterario Ovidio, ecco una bella “stroncatura” in risposta alla recensione positiva, di qualche giorno fa, della professoressa Daniela Bergonzoni.

La stroncatura è firmata ma, su richiesta, non riporto nome e cognome. Diciamo che si chiama Mario e che non ci conosciamo personalmente: “La recensione della professoressa Bergonzoni ha suscitato la mia curiosità, tanto da indurmi a leggere “Forse le nuvole” con aspettative probabilmente eccessive, ma purtroppo rimaste deluse. Se è vero che lo stile è disinvolto e spontaneo, per quanto mi riguarda è anche vero che risulta poco accattivante.
E quell’antieroe (il protagonista/io narrante) che possiede una garbata ironia, non ha suscitato in me particolare simpatia/empatia, perché quella stessa ironia con cui tratteggia il mondo in cui vive e che lo circonda, risulta troppo sprezzante.

Ho trovato lento in certi punti il ritmo narrativo, probabilmente perché  giocato sulla visione monocorde del narratore, unico attore della scena, senza che ci siano interazioni realistiche tra i personaggi. Una visione distorta del mondo, probabilmente voluta, incentrata sul malessere esistenziale. Proprio in questo senso ho trovato il libro troppo autoreferenziale”.

Quando la recensione è più bella del libro

Allegato 1 - CopertinaQuando la recensione di un’ex compagna di classe, Daniela Bergonzoni – ieri maturanda maestra, oggi professoressa -, è più bella del libro che hai scritto.
“L’impianto narrativo di ”Forse le nuvole” si sviluppa intorno ad un apparente nucleo tematico, che è la perenne e fallimentare ricerca di lavoro del protagonista. Da subito si coglie tuttavia che il “focus” del romanzo è differente, su un altro piano, cioè in un conflittuale rapporto con l’esistenza, dove un’inguaribile gastrite fa da subdolo antagonista dell’ io narrante, che sembra in costante lotta contro il suo malessere, ma che invece rappresenta l’alter ego, con cui mantiene un brillante rapporto dialogico.
L’originalità del libro deriva dalla padronanza di diversi stili narrativi, che s’intrecciano con armonia, componendo un ritmo, con vari ritornelli: Il ripetersi frequente della domanda: di cosa ho paura?, l’intermezzo di aforismi su temi esistenziali che spezzano ma anche compongono la narrazione, l’amica Laura, l’editore Fabri e le tante ragazze, personaggi tra il reale e l’immaginario, di cui il narratore stesso mette in dubbio l’esistenza, rimandando al lettore l’idea che la realtà raccontata sia solo un inganno della mente.
Lo stile è ironico, graffiante, con un uso del linguaggio sciolto e spontaneo.
L’io narrante, un antieroe di cui i romanzi moderni sono pieni, ha qualcosa di nuovo da proporre: non è il solito fallito, che suscita simpatia perche’ in lui un po’ tutti ci possiamo identificare, ma un uomo che sta nel suo malessere e nelle sue incapacita’ con garbata autoironia, senza rassegnate lamentazioni, cogliendone con arguzia il lato tragicomico che la vita sempre propone.
Un libro multiplo, con più stili narrativi, più storie, più fili conduttori, dove ognuno puo’ trovare un po’ se stesso e un po’ l’altra faccia della medaglia”.
Dubito di aver davvero scritto tutta quella roba, ma ringrazio sinceramente e pubblicamente Daniela, sia per le belle parole, sia per avermi autorizzato a pubblicarle.

Non vittoria

Ci tengo a dire non solo di NON aver vinto, ma nemmeno di essere entrato nel lotto dei 10 finalisti del Premio internazionale Ovidio, col mio libro “Forse le nuvole”.
Onestà intellettuale. E clamoroso autogol pubblicitario.
Cattura
Il link al comunicato coi finalisti:

Film a caso in pillole: The perfect find – Tutto è davvero possibile

CatturaInguardabile.

Storia d’amore tra una una quasi vecchia e un quasi giovane. Film politicamente correttissimo (cast alla black e grande attenzione al cunnilingus), che ha ben poco da raccontare, perché unico vero impedimento alla storia d’amore (la quasi vecchia e il quasi giovane sono entrambi single) è il fatto che la madre del quasi giovane sia la capa della quasi vecchia, ma bisogna aspettare un’ora e un quarto prima che la capa colga in flagrante i due amanti.

La speranza (per lo spettatore), quando si tratta di film come questo, è che finisca malissimo o in maniera straziante o con una sorpresa. No, niente di tutto ciò, nel caso specifico la bontà regna sovrana su tutti noi.

Fantasioso e poco pertinente il titolo italiano (Tutto è davvero possibile), che naturalmente nulla ha a che spartire col brutto titolo originale (La scoperta perfetta).

The perfect find – Tutto è davvero possibile (the perfect find, 2023) – di Numa Perrier

Film a caso in pillole: John Wick 4

John WickPiacevolmente improponibile.

Piacevole per gli occhi (tetro, con colori caldi e pastello), improponibile per l’intelletto: potrà mai durare 2 ore e 39 minuti (2 ORE E 39 MINUTI) una roba del genere, senza trama, senza capo né coda?

Oh, intendiamoci, trattandosi del quarto capitolo di una saga la trama magari ce l’ha pure, ma per capirla bisogna essere “malati” di John Wick, che nemmeno si capisce bene chi/cosa rappresenti.

Vabbé, semplifichiamo: vogliono uccidere Keanu Reeves. E lui, che di mestiere pare di capire uccida la gente in quantità industriale, non è d’accordo.

Toni epici, citazioni della Divina Commedia, un’infinità di morti ammazzati, i più con una bella pistolettata in faccia da dieci centimetri, diverse scene da mica normali e una splendida Parigi notturna: il cocktail è servito. Poi lascia stare che le forze dell’ordine non esistono e non si capisce dove Reeves tenga tutti i caricatori di scorta, siamo ai dettagli.

Ovviamente, vista la durata e il rumore di spari (mal di testa assicurato), è un film affrontabile solo se visto a puntate. Tutto in una volta è impossibile.

John Wick 4 (2023) – di Chad Stahelski

Grazie

CatturaVi ringrazierei uno ad uno, scrivendo i vostri nomi, ma preferisco non correre il rischio di violare la privacy (magari non ci tenete a far sapere di aver partecipato alla presentazione di “Forse le nuvole”, forse a casa avevate detto di essere da un’altra parte).
Inutile fare il fenomeno e millantare presenze: è stato un brillante e annunciato insuccesso numerico.
Ma è stato come parlare tra amici nel salotto di casa. E ho avuto persino il privilegio di ascoltare un mio brano letto, anzi interpretato, ad alta voce (qui la privacy tocca violarla: grazie Giorgio). Quindi, davvero, sinceramente grazie al fan club e allo staff del Nilù Bistrò.

Pro memoria presentazione “Forse le nuvole”

PresentazioneLo so.
Proprio venerdì 23 giugno, questo venerdì, e proprio alle ore 18 avete un improrogabile impegno preso tre anni fa, oppure “vai tranquillo, ci sono sicuramente” ma da qui a venerdì subentrerà un imprevisto, oppure “non riesco a venire ma il tuo libro lo leggerò sicuramente”, oppure semplicemente avete di meglio da fare.
Lo capisco, al posto vostro farei/direi lo stesso.
Però se venerdì 23 giugno, questo venerdì, alle ore 18 per qualche strano motivo vi va di passare al Nilù Bistrò, ci si vede volentieri. Prometto di annoiarvi il meno possibile.
Prenotazione gradita, al numero che vedete nella locandina qui sotto, oppure direttamente al sottoscritto (lo so, lo so, proprio venerdì e proprio alle 18 avete un improrogabile impegno preso tre anni fa eccetera eccetera…).

Film a caso in pillole: La stretta del passato

CatturaImpresentabile.

Truffatore (investimenti fasulli) esce di galera e prende casa dove possono riconoscerlo, fra gente truffata da lui. Già qui potremmo fermarci, giusto? Proseguiamo: un tizio lo riconosce e vuole menarlo, il truffatore si difende così bene che lo uccide (e nasconde il cadavere). Poi un altro tizio lo riconosce e vuole menarlo, ma il truffatore si difende così bene che lo uccide (e nasconde il cadavere, e due).  Poi un altro tizio ancora lo riconosce e vuole menarlo, ma il truffatore si difende così bene che lo uccide (e nasconde il cadavere, e tre). E’ una commedia? No, non è una commedia, quindi possiamo fermarci qui.

Si concentrasse sul primo delitto (la polizia lo tiene d’occhio e lui deve stare attento a non commettere passi falsi), senza aggiungerne altri, potrebbe persino risultare interessante, il film esteticamente non è male e il protagonista è credibile, ma così no, non è proponibile; così come non sono proponibili una durata eccessiva e un finale-supercazzola che rimescola le carte.

Chiusura inevitabile sul titolo: non conosciamo una sola parola di turco, ma siamo pronti a scommettere che il titolo originale (Boğa boğa) nulla abbia a che fare con la fantasiosa versione italiana “La stretta del passato”.

La stretta del passato (Boğa boğa, 2023) – di Onur Saylak

Nel Salotto di Sabadvance

E così siamo al secondo grazie (gigante) a Sabrina Bertolani, che dopo aver promosso il mio ultimo libro sulla pagina di Sabadvance, ieri sera mi ha ospitato in studio ne “Il salotto di Sabadvance”.
Qui sotto trovate il link alla puntata intera. Tranquilli: c’erano anche ospiti seri e autorevoli.
Cattura

Film a caso in pillole: La ragazza ha volato

locandinapg1Abbastanza bello, sicuramente guardabile.

Non siamo così intelligenti da aver capito il titolo metaforico ma chisseneimporta, così come non ci sembra il caso di fare le pulci ai salti narrativi. Una volta tanto che un film non si perde in chiacchiere e dura il giusto (poco), pazienza se non ci mostra alcuni avvenimenti e cambiamenti significativi.

Ragazzina, oggetto delle attenzioni di un ragazzo non molto più grande, finisce nei guai. Eufemismo.

Molto d’impatto la scena clou, ottimamente recitata.

La ragazza ha volato (2021) – di Wilma Labate