Parte bene, solido, ben diretto, come un classico gangster-movie, sorretto da star come Benicio Del Toro. Poi boh, poi dobbiamo farcelo spiegare dai critici, o semplicemente da spettatori più intelligenti di noi, perché tra doppi, tripli e quadrupli giochi, la nostra voglia di continuare a seguire va a farsi benedire.
Una rapina non va come previsto. Perfetto, ci siamo. Qualcuno gioca sporco. Benissimo. Ma qui finisce il film alla nostra portata. E la restante parte dei 110 minuti totali di durata, diventa una sofferenza.
Ai critici, o agli spettatori svegli, piacerà sicuramente un sacco. A noi sembra semplicemente un peccato di presunzione di regista e sceneggiatore, convinti che il pubblico ogni tre minuti metta il tasto pausa per prendere appunti.
Nota a margine sui titolisti italiani. Qual è il criterio per cui alcuni titoli in inglese vengono tradotti (o reinterpretati) e altri no, tipo “No sudden move”, non certo di immediata comprensione?
No sudden move (2021) – di Steven Soderbergh