Per una volta siamo dalla parte dei cervellotici titolisti italiani: inutile perdere tempo per tradurre “Beyond the edge”.
Antonio Banderas, che solo per amicizia o soldi (tanti) può aver accettato di comparire, è uno specchietto per le allodole-pubblico.
Attori scarsi, musichette di sottofondo irritanti, atmosfera da telefilm, trama bislacca, durata immotivata, superiore a una partita di calcio. Non una sola nota lieta.
Un baro deve recuperare soldi e per farlo recluta borderline con poter speciali, tipo condizionare la mente altrui o i sistemi elettrici. Non sappiamo essere più precisi, eravamo così rapiti dal film che ne abbiamo approfittato per riordinare foto e app sul telefonino.
Beyond the edge (2018) – di Aleksandr Boguslavskiy e Francesco Cinquemani