Qualcosa non quadra, e da profani non è semplice capire di cosa si tratta. Forse la pessima colonna sonora (una musichetta da telefilm anni ’80), forse le recitazioni non troppo convinte, forse una mancanza di alchimia tra commedia e giallo.
Sia chiaro: “Incastrati” intrattiene e si guarda – le puntate corte aiutano -, ma non gira al meglio; fosse una squadra di calcio diremmo che manca la grinta, il mordente.
Ficarra e Picone (anche registi) si ritrovano invischiati loro malgrado in un caso di omicidio. Non mancano i tormentoni divertenti: i migliori sono il frate allergico agli scontrini e la balbuzie del mafioso Tony Sperandeo.
Deludente il finale, che apre direttamente alla seconda serie. Ma come, 6 puntate non bastavano per chiudere un cerchio?
Incastrati (2022) – di Salvo Ficarra e Valentino Picone