Film a caso in pillole: Pursuit – La caccia

CatturaInguardabile.

Attori scarsi ed esteticamente inadatti, sovrastati da John Cusack, che non è mai stato un grande attore, tutt’altro, e ha sempre l’aria allucinata di chi viene svegliato alle tre di mattina con una secchiata d’acqua gelida in faccia, ma qui con poche scene e un ruolo secondario pare Marlon Brando dei tempi d’oro.

Scene d’azioni goffe, esplosioni maldestramente rifatte al computer e, soprattutto, una storia confusionaria e da totale chissenefrega: gli rapiscono la moglie (perchè?) e lui, un hacker dal grilletto facile, inizia ad ammazzare gente. Boh. Più o meno una roba del genere, bravo chi riesce ad aver voglia di capirla.

Tornando a parlare di attori: impresentabili sia l’hacker, che gioca a fare il figo disturbato con gli sguardi da piacione maledetto, che il poliziotto biondo, uno che con quella faccia può fare tutto nella vita, tranne il poliziotto in un film.

Pursuit – La caccia (Pursuit, 2022) – di Brian Skiba

 

Film a caso in pillole: Il fuoco del peccato

CatturaImproponibile.

All’inizio è sopportabile, tutto già stravisto ma fatto benino (due amanti progettano l’assassinio del marito ricco e cattivo); certo, il fatto che Diane Kruger si faccia dare di flauto traverso dal bruttarello Ray Nicholson (chi?) è una telefonata con prefisso al sedicente colpo di scena (lei è davvero innamoratissima o ha un piano? Chissà chissà…), ma va bene, fin qui si può guardare senza patire le pene dell’inferno.

I problemi, per lo spettatore, iniziano con la messa in atto del crimine (vagamente delirante) e soprattutto con la resa dei conti fra polizia e assassino, freddato perché colpevole di avere un telefonino in tasca (ragazzi, qui si ride alla grande, e non si dovrebbe).

Ottima la versione italiana del titolo. Titolo originale: All’improvviso. Titolo italiano: Il fuoco del peccato.

Il fuoco del peccato (Out of the blue, 2022) – di Neil LaBute

Film a caso in pillole: Operation Napoleon

CatturaImpresentabile, con l’aggravante di un finale aperto a un seguito. Per carità, non facciamo scherzi.

Attori bruttini e scarsini al servizio di una storia che dovrebbe finire dopo pochi minuti, se solo i cattivi non dessero prova di scarsa mira; purtroppo la storia prosegue, e nemmeno per poco.

Si cerca il contenuto di un aereo nazista precipitato su un ghiacciaio e riemerso a causa dell’innalzamento del riscaldamento globale.

Degli attori abbiamo già detto, l’azione fa venire sonno, scene spettacolari non ce ne sono e, più in generale, non si riesce a trovare il minimo interesse per portare a termine la visione. Che infatti si rivela durissima, accompagnata dalla mazzata del finale aperto. Intendiamoci: non che faccia grande differenza l’effettiva realizzazione del seguito. Per noi basta  così, comunque.

Operation Napoleon (2023) – di Óskar Thór Axelsson

Film a caso in pillole: Il segreto del bosco vecchio

CatturaInaffrontabile.

Due ore lente e a tratti soporifere di una favola per adulti, con la curiosità rappresentata da Paolo Villaggio alle prese con un ruolo serio, quello di un colonnello in pensione che eredita un bosco magico. Ingeneroso il confronto col racconto di scolastica memoria di Dino Buzzati, che ne esce stravincitore; ma forse l’errore sta proprio qui: il racconto di Buzzati, con la sua magia, è tutto fuorché cinematografico.

Restano, anche su schermo, i messaggi di cui la vicenda è intrisa (ma non chiedeteci quali, non siamo sicuri di averli colti). Però sia chiaro, non perdete tempo a guardare il film: meglio il libro, che è anche breve.

Il segreto del bosco vecchio (1993) – di Ermanno Olmi

Film a caso in pillole: Manodrome

CatturaFilm senza capo né coda, che non si capisce bene cosa (e come) voglia raccontare, e che solo a tratti si lascia seguire grazie alla presenza del serafico-depresso Adrien Brody (capo della setta) e dell’inquieto Jesse Eisenberg.

Un tizio non troppo a posto e con la fidanzata incinta si avvicina a una pseudo setta misogina, che poi non fa nulla di che, a parte delirare e marchiare a fuoco con un simbolo; senza nemmeno bisogno di un lavaggio del cervello a un certo punto il tizio non troppo a posto rompe gli indugi e si rivela non del tutto a posto.

Boh.

Probabilmente c’è tutto un discorso legato alla mancanza della figura paterna, machissenefrega.

Manodrome (2022) – di John Trengove

Film a caso in pillole: Dalle ceneri

CatturaImpresentabile.

Dopo circa mezz’ora scoppia finalmente un incendio in una scuola, e ci scappa il morto. Segue un’indagine soporifera, come la prima mezz’ora, per accertare la verità.

Terribili attori e recitazioni, grandi assenti tensione e pathos, colpo di grazia il pippone morale della ragazzina sul calar della visione. Ci fermiamo qui per non sparare sulla Croce Rossa e per non rischiare l’incidente diplomatico con il Paese di produzione (Arabia Saudita).

Dalle ceneri (From the ashes, 2024) – di Khalid Fahad

Film a caso in pillole: Land of bad

CatturaOnesto e sorprendentemente guardabile (forse addirittura carino) film d’azione, con diversi punti a favore e uno solo a sfavore: la durata. Un’ora e tre quarti è decisamente eccessiva, soprattutto perché al film occorre circa un’ora per “decollare”; ergo avrebbe avuto solo da guadagnare sforbiciando un po’ la prima parte.

Missione militare o paramilitare di recupero in una foresta; non chiedeteci recupero di chi e da parte di chi perché non l’abbiamo capito, ma non ha importanza.

A dire il vero oltre alla durata c’è un’altra nota negativa, ovvero l’inespressività del protagonista, Liam Hemsworth, ma il film non ne risente più di tanto, visto che grazie al cielo è l’azione a essere in primo piano e non l’approfondimento personale/psicologico di questo o quel personaggio.

Bello lo scenario naturale e la fotografia, ma più ammaliante ancora è la mole imponente di Russel Crowe (non protagonista, lavora dal centro operativo): rimarresti a fissarlo per ore. Non banali diverse inquadrature durante i conflitti a fuoco; vincente la trovata, nel finale ad alta tensione, di giocare sul doppio tavolo della missione (Hemsworth nei guai) e della normalità (Crowe, che finito il turno sta facendo la spesa).

Land of bad (2024) – di William Eubank

Film a caso in pillole: Anatomia di una caduta

Cattura“Anatomia di una caduta” – un film con un titolo orribile che pare alludere alla caduta di un regime e un abominio di durata (2 ore e 28 minuti, mortacci sua) – è un capolavoro. Lo dicono premi e nomination a valanga che ha ricevuto e che riceverà ancora.

Quindi, per quanto ci riguarda, può esserci una sola spiegazione: abbiamo visto un altro “Anatomia di una caduta”. Che è sì carino, ma non ha nulla che possa giustificare la glorificazione. Occorrono un’ora e mezzo e un flashback (un litigio marito-moglie) perché le cose si facciano interessanti, ma la tensione è costantemente pro forma. Più dramma che thriller, peccato.

E’ caduto, si è suicidato o l’ha buttato giù la moglie? La moglie, imputata, si difende in tribunale; il figlio 11enne, ipovedente, a un certo punto vuole dire la sua, forse addirittura contro la madre. E qui, nell’attesa, si raggiunge il massimo del pathos, ben lungi comunque da ciò che sarebbe lecito attendersi.

Niente di che il cast, ovviamente pure lui oggetto di premiazioni varie.

Sulla locandina c’è scritto “Un capolavoro che toglie il fiato”. Dai su, non esageriamo. Più in là di carino (ma esageratamente lungo e poco coinvolgente) non possiamo proprio andare. Tra l’incomprensibile e l’imbarazzante l’esperimento col cane e le aspirine, e la “requisitoria” del figlio 11enne in tribunale, roba che manco il Tenente Colombo col quoziente intellettivo di Albert Einstein.

Anatomia di una caduta (Anatomie d’une chute, 2023) – di Justine Triet

Film a caso in pillole: Abisso-The abyss

CatturaImpresentabile.

Una città rischia di sprofondare, intanto la protagonista, esperta di città che sprofondano o una materia simile, si trova a metà fra ex marito e nuovo stantuffatore.

Il film è a basso costo, non ha mezzi per proporre scene spettacolari di devastazioni o smembramenti in primo piano; non bastasse, gli attori sono scarsini forte, bisogna attendere più di un’ora perché la città inizi a sprofondare (ma niente di che, comunque), la vicenda sentimentale della protagonista frega niente a nessuno (idem la ricerca del figlio della protagonista, caduto in un crepaccio) e, ultimo ma non ultimo, non esiste che una roba del genere duri più di una partita di calcio.

Come faccia poi il figlio caduto in un crepaccio, su una montagna, a ricomparire sotto il pavimento di un edificio non è dato sapersi; ma in questo caso specifico ci prendiamo la colpa, sicuramente ci siamo distratti.

Abisso (The abyss, 2023) – di Richard Holm

Film a caso in pillole: Povere creature!

Cattura2Premi, riconoscimenti e una decina di candidature agli Oscar (solo??!!) per un film che si arriva a non sopportare sia per la durata sfiancante (136 minuti) sia per una storia grottesca, con velleità metaforico-filosofiche, che non riesce a fare il salto di qualità.

Visto quanto capiamo di cinema “Povere creature!” vincerà sicuramente l’Oscar 2024 come miglior film, ma del resto dopo aver regalato la statuetta un anno fa all’inguardabile e irritante “Everything everywhere all at once” è tutto valido, l’asticella si è abbassata ad altezza terreno.

Uno scienziato pazzo resuscita una suicida, impiantandole il cervello del bimbo che porta in grembo; per la resuscita è quindi tutto nuovo, deve imparare a camminare, parlare, deve scoprire il mondo. Quando si arriva al sesso, il film ci si butta a capofitto (da ninfomane a prostituta), perché tanto può anche fare il figo e puntare alto coi richiami a Frankenstein e ai gradi dilemmi morali, ma al fascino della messa in scena del torbido è difficile resistere.

Bravissima la protagonista Emma Stone, che quindi non vincerà l’Oscar come migliore attrice.

Povere creature! (Poor things, 2023) – di Yorgos Lanthimos

Film a caso in pillole: Comandante

CatturaLasciando come al solito da parte il fatto che si tratti di una storia vera – e non importa nemmeno quanto vera, qui è in discussione il film, la finzione – sono due le cose che lasciano perplessi.

Innanzitutto il protagonista, un buono assoluto, senza sfumature, il comandante (Pierfrancesco Favino, bravo) di un sommergibile che trae in salvo naufraghi di una nave che ha affondato, che non punisce un tentativo di sabotaggio se non con un  paio di ceffoni, che si professa uomo di mare anziché fascista e che giustifica il tutto in nome dell’italianità. Siamo italiani, siamo migliori. Eroi o no, i buoni assoluti indispongono, c’è poco da fare.

Altra perplessità, più spicciola, è legata ai naufraghi, che paiono aumentare o diminuire a seconda delle scene, che non si capisce come facciano a essere intercettati una seconda volta e a salvarsi quando si rompe la scialuppa trainata (chi se ne accorge all’interno del sommergibile)?

Il film ha una sua epica, non è fatto male, ma è troppo lungo e richiede un discreto sforzo di concentrazione per riuscire a capire tutto, con l’aiuto dei sottotitoli, per via di accenti e dialetti. Insomma, per arrivare al punto: si può perdere? Sì, tranquillamente.

Comandante (2023) – di Edoardo De Angelis

Film a caso in pillole: Dream Scenario – Hai mai sognato quest’uomo?

CatturaPiù di tanto, con un soggetto del genere, non è lecito pretendere: un professore universitario inizia a comparire nei sogni delle persone, prima come semplice comparsa, poi come aggressore.

Quindi? Eh, appunto, quindi. Cosa puoi pretendere una volta esaurita (rapidamente) la curiosità legata alla bizzarria della vicenda? Sicuramente trattasi di metafora, allegoria o altro linguaggio simbolico, machissenefrega? Il film, che tra l’altro opta per il dramma anziché per la commedia, passa e non lascia traccia, con un finale che non vuole decidersi ad arrivare e che sa tanto di mancanza di idee. Tra il terribile e l’imbarazzante la scena dell’approccio esplicito della ragazza invaghita dell’uomo dei sogni.

Il protagonista è Nicholas Cage, uno degli attori qualitativamente più incostanti della storia del cinema, tranquillamente in grado di recitare malissimo e benissimo. In questo film, imbolsito e spelacchiato dal trucco, ha abbastanza voglia di esserci, è bravino.

Molto ma molto più bello il titolo originale (Scenario da sogno) che non la versione italiana (Hai mai sognato quest’uomo?).

Dream Scenario – Hai mai sognato quest’uomo? (Dream Scenario, 2023) – di Kristoffer Borgli

Film a caso in pillole: L’aggiusta-cuori

CatturaInguardabile.

Attori bruttini e scarsini al servizio di una storia disarmante: un giornalista “massacra” una terapeuta per cuori infranti, esagerando nei toni e nei modi; per evitare il licenziamento dovrà partecipare al suo corso. Secondo voi come finirà tra il giornalista scettico e la docente di sentimento?

Incredibile nell’anno domini 2024 si realizzino sedicenti commedie romantiche del genere, senza vicenda interessante e senza bravi attori a coprire il buco.

Bel filmettino, complimenti, serviva, grazie. 92 minuti di sofferenza purissima per l’incauto spettatore.

L’aggiustacuori (Die Liebeskümmerer, 2024) – di Shirel Peleg

Film a caso in pillole: Perfect days

CatturaIl nulla.

Ma questo è cinema d’autore. E il cinema d’autore, si sa, può permettersi di raccontare il nulla, nel caso specifico la vita monotona di un pulisci cessi (perdonate la finezza, ma tant’è), che fa foto agli alberi, riceve un bacio da una ragazza, incontra la nipote e un malato. Poi basta, torna alla sua vita monotona. Tutto qui. Diluito in due ore.

Non ci sarebbe niente di male, non è certo il primo film-supercazzola che non ha nulla da raccontare ma che viene spacciato per arte, se solo non ci fossero i premi e le nomination ricevuti e che riceverà ancora a irritare lo spettatore normale.

E’ un brutto film? Non si può dire e ha il pregio di essere silenzioso, poco parlato. Merita qualche tipo di premio? No, assolutamente no.

La cosa migliore è sicuramente la musica vintage che il protagonista ascolta, la cosa peggiore è il collega di lavoro, tutta una recitazione sopra le righe di smorfie e facce buffe. Una roba insostenibile.

Continuiamo a fare gli intenditori, a incensarli e a spacciarli da arte questi film, così poi ce ne ritroviamo tanti altri.

Perfect days (2023) – di Wim Wenders

Film a caso in pillole: The good mother

CatturaImpresentabile.

La madre e la fidanzata indagano (poco e male) sulla morte del figlio/fidanzato, una storia di droga o una roba del genere, che si porta appresso un altro paio di delitti. Il film non riesce mai a suscitare il minimo interesse (di tensione non parliamone nemmeno, manco l’ombra) e, non bastasse, il vero colpevole ce l’ha scritto in faccia, vuoi per la recitazione “misurata”, vuoi per l’assenza di alternative.

Inspiegabile in una storiella del genere (finale sospeso tra l’imbarazzante e l’incomprensibile) la presenza di Hilay Swank.

Chiudiamola qui e non perdiamo altro tempo, soprattutto non perdetelo voi, tempo, a guardare questo film.

The good mother (2023) – di Miles Joris-Peyrafitte

Film a caso in pillole: Anni da cane

CatturaBruttino, ma con due medaglie da appuntare al petto: le comparsate di Valerio Mastandrea e Achille Lauro, e l’assenza di parolacce e situazioni becere. Le buone notizie però sono finite: gli attori sono bruttini, non troppo bravini e il film adolescenziale, che pare voler alzare l’asticella, non riesce ad elevarsi.

Una quasi 16enne segnata da un trauma/lutto vaneggia di una morte imminente (la sua) e di cose da fare al più presto, prima della dipartita, incluso un colloquio di lavoro (a nemmeno 16 anni? Chettefrega?); in realtà in cima alla lista dei desideri c’è quello di farsi dare di contrabbasso, parliamoci chiaro.

Per il resto tutto a posto sul fronte musicale (colonna sonora per ggggiovani) e sul politicamente corretto-inclusivo, tra coppie omosessuali ed etnie rappresentate. Non ce ne libereremo mai più del politicamente corretto-inclusivo, soprattutto nei film adolescenziali, purtroppo.

Anni da cane (2021) – di Fabio Mollo

Film a caso in pillole: La verità secondo Maureen K.

CatturaInteressante, a tratti molto interessante, ma impiega troppo tempo ad arrivare al dunque: l’aggressione con stupro è avvenuta o se l’è inventata la protagonista, una sindacalista “a rischio” in ambiente nucleare?

Gli attori sono bravini ma non bravissimi, convincono ma fino a un certo punto e non tutti (benino la protagonista, bravo l’ispettore che indaga) il focus è troppo incentrato sull’aspetto lavorativo nella prima parte, ma è chiaro che con un crimine del genere per le mani sia impossibile, anche volendo, sbagliare completamente il film. L’interesse morboso tira sempre.

Parlare di occasione sprecata sarebbe ingeneroso, si guarda alla grande, ma viene ugualmente da pensare al margine di miglioramento con attoroni e il pathos sul dubbio (crimine o messinscena?) caricato all’eccesso.

Indecente il titolo italiano (La verità secondo Maureen K.). Titolo originale: La sindacalista.

La verità secondo Maureen K. (La syndicaliste, 20229 – di Jean-Paul Salomé

Film a caso in pillole: American fiction

CatturaTutti i premi e le nomination che questo film ha ricevuto sono allo spunto (l’idea di base) o al risultato (come l’idea di base è stata realizzata)? Giusto per capire, perché nel primo caso i premi e le nomination possono trovare tracce di giustificazione, nel secondo caso proprio no.

Uno scrittore in crisi si inventa quasi per scherzo un libro pieno di luoghi comuni, lo firma con uno pseudonimo…e la boiata diventa un bestseller; non bastasse, si trova nella giuria di un premio letterario a cercare di boicottarne il successo.

Ecco, messo così i premi e le nomination ci stanno tutti, soprattutto per i due brevi momenti “verità”, ovvero un confronto sulle motivazioni della pubblicazione di un libro e la stanchezza degli stereotipi che accompagnano le persone di colore, detto da una persona di colore.

Ma “American fiction” non è cortissimo, non è velocissimo e, purtroppo, racconta anche molto altro: la madre malata del protagonista, la nuova fidanzata, il fratello scapestrato, la nuova vita della governante e sicuramente qualcos’altro che ora abbiamo rimosso. Domanda: c’era bisogno di tutto ciò? Non sarebbe stato meglio concentrarsi sullo scrittore e il suo best seller-boiata?

American fiction (2023) – di Cord Jefferson

Film a caso in pillole: The underdoggs

CatturaMa santo cielo: tirare fuori una storia nuova o in alternativa fare un film in meno… pare un’idea così brutta?

Ennesima vicenda di riscatto con un ex campione dello sport costretto suo malgrado a occuparsi di un gruppo di ragazzini. Stavolta trattasi di ex campione di football americano: condannato ai lavori sociali dopo un incidente, si riscoprirà meno peggio di quel che è allenando una squadra giovanile di quartiere.

Il film, con la scusa della storia ambientata nei bassifondi, probabilmente detiene il record mondiale di parolacce, anche se bisogna ammettere che sentire un adulto dire a un ragazzino “brutto figlio di p…” oppure “tuo padre doveva usare il preservativo” è liberatorio, assuefatti come siamo al politicamente corretto.

Al netto delle parolacce e della totale mancanza di originalità, il film volendo si può guardare, ma in tutto ciò non si capisce come sia possibile che il rapper Snoop Dogg, dinoccolato e filiforme com’è, reciti nei panni di un ex giocatore professionista di football americano.

The underdoggs (2024) – di Charles Stone